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Sicuro; andar tranquillamente a casa, annunziare a Maria che quel giorno egli desinava fuori, star dieci minuti a ragionar di cose da nulla, uscire da capo e buona notte; questo era il disegno, facile a concepirsi, facile a mandarsi ad effetto, tranne i casi imprevisti, od una di quelle cose da nulla, che conducono i casi a farne qualcuna delle loro, come spesso interviene.

Il martedì si desinava in casa Bollati, e guai se non fosse stato così, perchè quel giorno non si accendeva il fuoco in cucina per non aver l'odor di bruciaticcio nel salotto attiguo, e anche perchè la padrona di casa non aveva agio da attendere alle faccende domestiche. Di tratto in tratto accadeva però che i Bollati avessero appunto il martedì qualche commensale di riguardo e allora essi mandavano a dire ai cugini: Venite domani. In questi casi, il conte Luca doveva limitarsi a mangiar pane e salame, e i bimbi sfamati alla meglio si mettevano a letto più presto del solito in ossequio al proverbio: Qui dort dîne. In quanto alla contessa Zanze, ella non prendeva che una limonata senza zucchero, tant'era la bile che le suscitava il procedere de' suoi boriosi parenti, i quali mostravano di tener in così poco conto lei e suo marito. Ah se non ci fossero stati di mezzo i figliuoli! Ma i figliuoli c'erano e non conveniva sacrificarli a un malinteso amor proprio. Perciò la contessa Zanze reprimeva presto i suoi moti di collera e procurava d'inculcare a Gasparo e a Fortunata la maggior riverenza verso i Bollati. Senonchè, l'indole de' suoi ragazzi era così dissimile che i germi gettati nel cuore dell'uno e dell'altra non potevano dare ugual frutto. Fratello e sorella avevano comune un gran fondo di rettitudine, ma nella sorella questa rettitudine s'univa a un'indole docile e mansueta; nel fratello invece essa si accompagnava a uno spirito altero, insofferente di freno. A ogni suggerimento, a ogni ordine, il primo impulso di Gasparo era quello di ribellarsi, il primo impulso di Fortunata era quello di ubbidire, cosicchè un psicologo chiamato a far pronostici sui due piccoli Rialdi avrebbe detto che Gasparo era un ragazzo indisciplinato e molesto, il quale sarebbe divenuto un uomo efficacemente e operosamente buono; Fortunata era una bimba angelica, serbata probabilmente a esser vittima d'ogni prepotenza e d'ogni ingiustizia, e la cui bont

Pranzava, o, per dire più veramente, desinava alle cinque, lasciando che l'oste mettesse a libro, o tenesse in memoria. Fatto il suo chilo andava a teatro, dove, o per amicizia coll'impresario, o col primo attore, ci aveva sempre il passo libero, e pigliava le sue lezioni di storia, d'usi e costumi, dai maestri della ribalta, che egli pagava in fischi o in applausi, secondo l'umore.

Rasa la barba ricominciò a camminare, benchè provasse un'insolita stanchezza. Ebbe quasi l'idea di far colazione, ma quell'idea non fu così forte da sedurlo. Ormai cominciava a soffrire l'inappetenza per il lungo digiuno. Guardò l'orologio: segnava le una e mezzo. Alle cinque desinava; facendo colazione allora, si sarebbe rovinato il pranzo, e poi aveva più volont

Per solito il primo giorno ch'egli tornava da un viaggio, se la Teresa era a Venezia, egli desinava da lei; oggi egli cercò un restaurant di secondo ordine, e sedette a una tavola in disparte. Non aveva fame, ma era sfinito, e si sforzò di mangiar un boccone e di ingoiare un bicchiere di vino.