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Un dubbio improvviso sorse nell'animo della contessa Zanze; tuttavia ella tenne per le sue impressioni, e ripigliando verso la figliuola un tuono affettuoso e sollecito, raccomandò a Fortunata di esser calma, di non pensare a malinconie, di persuadersi che nessuno in famiglia voleva tiranneggiarla.

Forse questo fatto memorabile ebbe una certa influenza nella risoluzione dei Rialdi di mettere il figliuolo nel collegio di marina a Sant'Anna di Castello. Così la contessa Zanze poteva catechizzar Fortunata senza contraddizione. Sii rispettosa, servizievole coi parenti Bollati, e procura di farti voler bene dal cugino Leonardo.

Sua madre, la contessa Zanze, non riuscì a svegliarla che a mezzo dal suo beato sopore. La contessa Zanze, com'era suo dovere, venne a far visita ai parenti, e, quando fu sola con Fortunata, le riferì tutte le chiacchiere della piazza sul conto dei Bollati, e le disse che s'era giunti al punto di dover affittare il piano nobile del palazzo a un lord inglese. Non avevan detto nulla a lei?.... No? Ah quest'era il conto in cui si teneva la sua figliuola? Oh se si sarebbe fatta sentire! Ma intanto si ricordassero tutti, anche Fortunata, che i nodi venivano al pettine, e che per scampare dalla miseria bisognava almeno mettere in salvo qualche cosa, prima che i creditori se ne impadronissero.... perle, diamanti, trine, oggetti insomma di poco volume e di molto pregio. Aveva capito? o no? Gran fatalit

Mi spiego?... Non l'avevo detto io che l'andava a finir male?... Ma volete sempre fare a vostro modo, voi.... Eh non mi seccate interruppe la contessa Zanze. Piuttosto andate a chiamare il medico, giacchè mi occorre saper precisamente in che acque si navighi.

La contessa Zanze non aveva torto. Le condizioni di Venezia s'aggravavano terribilmente ogni giorno. Non ostante gli sforzi eroici del nostro piccolo naviglio, la flotta austriaca era riuscita a impedir tutti gli accessi del porto; dal lato di terra, non c'è bisogno di dirlo, non poteva entrare un sacco di grano, un capo di bestiame. S'era ridotti a cibarsi di pan nero, di frutte e d'erbaggi forniti dalle nostre isole, del pesce che si pescava nei nostri canali e nella nostra laguna. Chi riusciva a imbandire un pezzo di carne d'un quadrupede purchessia, doveva ringraziare la Provvidenza come d'un segnalato favore. La fame, gli stenti, l'agglomeramento della popolazione preparavano una messe abbondante al colèra. E il colèra falciava le vittime a centinaia, senza distinzione di classe, di sesso, d'et

Dei genitori vigili, intelligenti, avrebbero avvertito il pericolo e cercato di ripararvi in tempo, ma il conte Luca era un uomo nullo che aveva abdicato in favore della moglie, e la contessa Zanze, sebbene non fosse una sciocca, non era nata per capir certe cose, e aveva poi uno spirito singolarmente sconclusionato. Dimodochè, dopo aver dipinto Leonardo con le tinte più fosche, dopo avergli pronosticato ogni specie di malanni, ella mutava a un tratto registro e tornava a far castelli in aria e ad almanaccare sulla possibilit

Era impossibile che in casa non s'accorgessero di questa tresca, e seppur non se ne fossero accorti, la contessa Zanze si sarebbe assunta la briga di spargerne la notizia. Ella n'era scandalizzatissima, e non risparmiava fatiche per risvegliare il senso morale del conte Zaccaria e della contessa Chiaretta e per indurli a far valere la loro autorit

La contessa Zanze e la contessa Ficcanaso si facevano mille moine, ma in fondo non si potevano soffrire. E quel giorno poi a trovarsi appaiato nella stessa mortificazione provavano una stizza grandissima. Che vogliano levarsi dai piedi la Ficcanaso pensava la contessa Zanze questo si capisce, ma un trattamento simile a me, che sono della famiglia! E l'altra diceva in cuor suo: Facciano quante asinerie vogliono a una parente povera; chè gi

Però il conte Luca e Fortunata andavano ogni sera a casa a dormire. Invece la contessa Zanze stava e notte al letto di Leonardo che le si era affezionato con quel trasporto col quale gli egoisti sogliono affezionarsi a coloro di cui hanno bisogno e pel momento in cui ne hanno bisogno.

Quando la burla passava la misura Ah, borbottava la contessa Zanze al marito, se foste almeno nell'amministrazione!