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Aggiornato: 24 luglio 2025
Coi cugini Bollati la contessa Zanze era a vicenda umile e petulante, supplichevole e minacciosa.
Margherita aveva allora tre anni ed era una bella bimba, quantunque fosse lecito dubitare se sarebbe stata anche una bella donna, tanto più che la contessa Zanze ripeteva sempre: Fortunata era tal quale. Fatto si è che ell'era bianca e rosea, aveva lineamenti regolari, capelli biondi e finissimi, e nel viso un'espressione dolce, affettuosa che rammentava l'espressione materna.
Il conte un fondo di gentiluomo l'aveva; egli capiva che il danno recato da suo figlio ai Rialdi non è di quelli che si risarciscano con l'oro, e che non era una bella cosa pei Bollati il restar con quella macchia sul loro nome, e che la contessa Zanze non aveva torto a veder una sola riparazione possibile....; quantunque fosse lecito sospettare ch'ella avesse una gran parte di colpa in ciò che era accaduto.
Ecco, s'è svegliata disse la contessa Zanze. E rivolgendosi alla figliuola le chiese: Vuoi andarci tu? Sì rispose Fortunata. Ma pentitasi subito soggiunse: È meglio che prima tu l'avverta che ci sono.... Andrò di qui a un momento. Si fece portare una catinella d'acqua e vi immerse la faccia tre o quattro volte. Poi entrò nella camera di Margherita.
Chi teneva molte ore di compagnia alla figliuola era il conte Luca, al quale l'occasione di mostrare, secondo il detto memorabile della contessa Zanze, s'egli fosse un uomo o un pampano era mancata assolutamente per colpa della moglie medesima che l'aveva lasciato in disparte.
Il signor Oreste, il cuoco, stava pel sì, e sosteneva che la era tutta una cabala ordita dalla contessa Zanze Rialdi, la quale voleva costringere il lustrissimo Leonardo a sposare la sua figliuola, e intanto gliela gettava in braccio per metterlo fra l'uscio e il muro.
Nondimeno la contessa Zanze, vedendo che passavano i giorni senza frutto, ricorse ad un alleato più energico e scrisse a Gasparo informandolo dell'ultime vicende domestiche, e sollecitandolo a procurarsi una licenza di alcune settimane e ad accorrere in aiuto di sua sorella. E Fortunata?
Le notizie della contessa Zanze non tardarono ad aver piena conferma, e l'affare del palazzo, gi
Slanciata nella fiumana del patriottismo chiassoso, la contessa Zanze era sempre in faccende e lasciava la cura delle cose domestiche a Fortunata, la quale, poverina, non aspirava minimamente a mettersi in mostra.
Ammutolitosi l'agente, screditati i Geisenburg per la loro tracotanza e i loro dissesti ormai palesi a mezzo mondo, il conte e la contessa Bollati rimanevano esposti agli assalti della cugina Zanze, del nobiluomo Canziani, di monsignor Lipari e di tutti i favoreggiatori dell'unione di Leonardo e di Fortunata.
Parola Del Giorno
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