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E mi sovvien ch'io mai non m'assidea Sui ginocchi paterni così pago, Come quando tuoi vanti ei mi dicea. In me ingrandiasi ogni tua bella imago; Del nome saluzzese io insuperbiva; Di portarlo con laude io crescea vago. E degl'illustri ingegni tuoi gioiva, E numerarli mi piacea, pensando Che in me d'onor tu non andresti priva.

Sozzo infamato, egli dal cor profondo Grida ver lui, che lo stendardo abbatte, Così si lascia ogni virtute al fondo? Uomo in grado d'onor così combatte? Che pera il giorno, che nascesti al mondo, E la ria madre, che ti diede il latte. E tanto di furor gridando ei s'empie Che con l'elso a l'alfier batte le tempie.

52 Ma pur col core indomito, e costante di patir quanto è in ciel di lui prescritto, pei duri sassi l'intrepide piante mosse, poggiando invêr la cima al dritto. Non era cento passi andato inante, che vide d'anni e d'astinenze afflitto uom ch'avea d'eremita abito e segno, di molta riverenza e d'onor degno; Passar credesti il mar, pagar naulo, e defraudare altrui de la mercede.

Fuori dal Parlamento, Fra noi dell'umil schiera, Per falso giuramento Si può andare in galera Al Senato, alla Camera Miglior sistema è invalso.... Ivi per molti è titolo D'onor giurare il falso. Eroi, eroi! Che fate voi? Voi massacrate, Assassinate, Voi desolate Borghi e citt

Cessa! Di fatuo nome Tal che ti aggira a l'oprar suo fa scudo, Pur che la man ti cacci entro le chiome, E al giogo ti strascini D'onor, di libert

Che' se la voce tua sara` molesta nel primo gusto, vital nodrimento lascera` poi, quando sara` digesta. Questo tuo grido fara` come vento, che le piu` alte cime piu` percuote; e cio` non fa d'onor poco argomento. Pero` ti son mostrate in queste rote, nel monte e ne la valle dolorosa pur l'anime che son di fama note,

Ben ti dirò, che dove armato e forte Del fier Piemonte l'orgogliose schiere In val di Moriana ei trasse a morte, Ed il sangue ondeggiò presso Cerdiere, Non trascorse d'onor le strade torte, Gran trofei sollevando al suo potere, Anzi macchine alzò d'illustri marmi, Ove a Dio si spargesse incensi e carmi.

Vede or donna real di tal beltade la nostra, e Roma, e da colei si noma; che chi mira i begli occhi e l'aurea chioma di piacer, d'amor empie e d'umiltade. Questa sol per mio ben, per mio sostegno al mio imperfetto, a la fortuna avversa diede natura, e 'l ciel cortese e largo. O gloria de le donne, o ricco pegno d'onor, d'ogni virtù ch'oggi è dispersa: deh! perchè non ho io gli occhi ch'ebbe Argo?

Così piangeva; ed a la man, che viva Dell'Asia i vinti Re tanto inchinaro, Ivi disciolta e di fortezza priva, Tutti in segno d'onor baci donaro; Dolenti al fin da la dolente riva Le care membra e riverite alzaro, E van con esse in ver le regie tende, E lor sempre nel sen pianto discende.

58 E s'io avrò da narrarti di ciascuna che ne la stirpe tua sia d'onor degna, troppo sar