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Aggiornato: 3 giugno 2025


Infra lor gli anni giovenili spese Trattando l'armi; e su spalmati legni Tale apparì ne le più gravi imprese, Che de' nemici sbigottiva i regni; In ogni opra d'onor cotanto ascese, Che da tergo lasciossi anco i più degni, E per maniera tal sua gloria crebbe Che l'imperio di tutti a regger ebbe.

da gli strali e da le spade aita Cercano indarno, e 'n trascorrendo il piano Col gran ferro divin toglie di vita Olfan, Zulemo, Beregir, Giorano, Giaffer, Pirgo, Azamor; quinci smarrita Fugge la turba la terribil mano, E fatta al suono de le trombe sorda, di , d'onor non si ricorda.

Per le nove radici d'esto legno vi giuro che gia` mai non ruppi fede al mio segnor, che fu d'onor si` degno. E se di voi alcun nel mondo riede, conforti la memoria mia, che giace ancor del colpo che 'nvidia le diede>>. Un poco attese, e poi <<Da ch'el si tace>>, disse 'l poeta a me, <<non perder l'ora; ma parla, e chiedi a lui, se piu` ti piace>>.

Pur nel risco mortal volse la mente A l'alta aita del celeste regno, E MAURIZIO appellò, come possente A ricovrarlo dal periglio indegno; O gran MAURIZIO, le mie membra spente Dunque fian schermo del marin disdegno? tra piaghe d'onor, qual cavaliero, Ma mi morrò, come vulgar nocchiero? Vaglia teco mia , vagliano i voti, Ch'a tua somma bontate i miei sacraro.

Per le nove radici d'esto legno vi giuro che gia` mai non ruppi fede al mio segnor, che fu d'onor si` degno. E se di voi alcun nel mondo riede, conforti la memoria mia, che giace ancor del colpo che 'nvidia le diede>>. Un poco attese, e poi <<Da ch'el si tace>>, disse 'l poeta a me, <<non perder l'ora; ma parla, e chiedi a lui, se piu` ti piace>>.

Che' se la voce tua sara` molesta nel primo gusto, vital nodrimento lascera` poi, quando sara` digesta. Questo tuo grido fara` come vento, che le piu` alte cime piu` percuote; e cio` non fa d'onor poco argomento. Pero` ti son mostrate in queste rote, nel monte e ne la valle dolorosa pur l'anime che son di fama note,

chi fia che leggi così crude e torte, spirti amici d'onor e di bontade, non pianga meco ognor, ch'a le più rade virtù die' sempre il ciel vite più corte? Molza ben pianger dei, poi ch'al camino ove ti sprona un disusato ardire, perduta hai meco la più fida scorta. Io per me dopo fero destino non voglio altro, non deggio che morire se morir deve e puote, chi è gi

In parola d'onor, meritereste le corna, ancor che mille capi aveste. A questo modo si trattan le spose! senza creanza, rozzo villanzone! Da dama, paion cose fabulose, da farvi capitolo o canzone. Fatemi un'altra ancor di queste cose, perdio! non vi varrá star ginocchione. Il marchese rimase stupefatto e pareva briaco, anzi pur matto.

Taccio or del gran legnaggio piú ministri i quai, se avesse aúto ai primi tempi Roma, via piú d'onor l'ariano ornata che Fabrizio Caton Scipio: il gran Salviati, un Tomaso, un Francesco; un di prudenza, un di bontade esempio e l'altro di giustizia, il Guicciardino; il qual la terra nostra or teme ed ama.

Ippolito fia l'un, giá adorno e carco di fama tal che l'Indo e le Colonne passa colma d'onor, dal tempo sciolta.

Parola Del Giorno

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