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Gloria, , coronò le Achee pendici; Ma del grande Alessandro il trono cadde, E le barbare genti Contro il superbo eroe mosse a disdegno Dell'alto crollo si stim

Dalla parte di Calatafimi le alture suddette hanno un dolce declivio: il nemico le ascese facilmente e ne coronò i vertici tutti. Così rimase colla fronte appoggiata alla parte scoscesa che guardava verso i Mille. Occupando noi le alture opposte a mezzogiorno era forse più conveniente di aspettarlo che iniziare l'attacco.

Cosa è quell'aggrupparsi di soldati che corono, , verso borea? Qualche torneatrice che balla sulla corda, o qualche frate che predica il giudizio finale. No, non mi pare. Si affollano di troppa pressa, e tornano addietro troppo malvogliosi. Andate a vedete, Guiberto, e venitemi a raggiungere alle tende dove mi reco.

Vedi lo sol che ’n fronte ti riluce; vedi l’erbette, i fiori e li arbuscelli che qui la terra sol da produce. Mentre che vegnan lieti li occhi belli che, lagrimando, a te venir mi fenno, seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più mio cenno; libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch’io te sovra te corono e mitrio».

E per vero il papa ne' suoi processi contro Pietro, ricordando di avergli vietato di nominarsi re di Sicilia e di servirsi del suggello reale con tal nome, e accagionandolo fin delle più minute colpe, non toccò mai del coronamento; abbiamo memorie di scomunica al vescovo che il coronò, quando ci restano quelle fulminate contro i prelati che fornirono tal cerimonia con Giacomo e Federigo.

Gaetano si superò; fu felice in ogni frase, fu spiritoso, fu ridicolo, fu barocco: la platea, anzi tutto il teatro andava in convulsioni pel ridere, egli stesso si sentiva in ammirazione davanti alla sua bravura e quando, all'ultimo, un applauso fragoroso coronò l'opera, egli rivolse un'occhiata alla giovinetta del palco, sicuro di averle fatta impressione, sicuro di averla commossa al riso.

Vedi lo sol che ’n fronte ti riluce; vedi l’erbette, i fiori e li arbuscelli che qui la terra sol da produce. Mentre che vegnan lieti li occhi belli che, lagrimando, a te venir mi fenno, seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più mio cenno; libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch’io te sovra te corono e mitrio».

Vedi lo sol che 'n fronte ti riluce; vedi l'erbette, i fiori e li arbuscelli che qui la terra sol da se' produce. Mentre che vegnan lieti li occhi belli che, lagrimando, a te venir mi fenno, seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir piu` ne' mio cenno; libero, dritto e sano e` tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch'io te sovra te corono e mitrio>>.

La nuova carrozza pretoriana era quanto di più splendido avesse prodotto la Sicilia dal che veicoli del genere erano stati tra noi costruiti. I più esperti operai ed artisti vi avean lavorato a gara di delicatezza e di maestria, e Giuseppe Velasquez ne coronò l’opera con disegni che destavano l’ammirazione di tutti al vederla passare¹¹⁸. ¹¹⁸ Costò onze 1171, 16.

Milla non aveva mai visto Giuliano così animato. Si divertiva immensamente, fu brillantissimo, prodigò mille attenzioni alle numerose signore della brigata. Nella cena, che coronò splendidamente quella giornata campale, il Duca fu spiritosissimo, i suoi occhi azzurri ebbero certi strani lampi, come di sfida.