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L’abolizione del S. Uffizio riempiva di gioia anche gli stessi ecclesiastici. L’opera di rinnovamento progrediva rimediando a vecchie ingiustizie.

Allora il lavoro diventa verboso; l’aria intepidita concede le soste riposatrici; la luce, rilevando le asprezze della roccia, mostra quanta sia l’opera compiuta, scrive quasi sulle pareti il còmpito della giornata.

⁷⁶ Il viaggiatore R. de Saint-Non lasciò scritto: «L’opera comincia a un’ora di notte e finisce a mezzanotte e anche più tardi». Un’altra per suggello dei due pesi e delle due misure nei due teatri.

Il Piticchio stesso, non ostante l’alta sua posizione artistica ed economica, non negava l’opera sua, perchè i compensi dei padri Filippini dell’Olivella facevano gola a chicchessia. ¹⁰⁵ Possediamo un bel volume, contenente una trentina di queste sacre azioni. La sola parte del Trionfo della Religione è «per le stampe del Barravecchia, 1807».

Il minore dei Di Blasi, regio storiografo, non seppe perdonare a Mariano Scasso la pubblicazione d’una versione italiana del de Burigny. L’opera per manco di sussidio di monumenti e di documenti, per errori di fatti che la scoprivano al critico più modesto, era a dir vero difettosissima; ma il Di Blasi oltrepassò il segno. Il suo altezzoso giudizio scese alle minuzie e trascese in biasimo astioso.

I venti e gli uragani scuotendo violentemente tutte le fronde avevano compiuta l’opera della natura, infrante le cime di qualche abete, lacerate alcune piante antiche, e data l’ultima pennellata al quadro stupendo.

Per ciò appunto l’opera del Senato era non che cercata ma voluta. Il gonfalone della SS. Crociata veniva sorretto da un prete, avente allato un tesoriere (erario) dell’Arcivescovo, il quale portava in mano una bara, entrambi, prete e tesoriere, eran preceduti da dodici chierici, o j

Pur ier mattina le volsi le spalle: questi m’apparve, tornand’ ïo in quella, e reducemi a ca per questo calle». Ed elli a me: «Se tu segui tua stella, non puoi fallire a glorïoso porto, se ben m’accorsi ne la vita bella; e s’io non fossi per tempo morto, veggendo il cielo a te così benigno, dato t’avrei a l’opera conforto.

A vedere quegli omaccioni vestiti di larghi e grossi panni che furono bianchi in origine e presero coll’uso la tinta grigiastra e l’unto dei formaggi slabbrati, a vederli durare delle ore immobili, sdraiati al sole o ritti sui promontorî, chi non la conosce crede che l’opera loro sia la più vana e accidiosa di questo mondo.

È evidente che in un simile culto l’opera della carne era considerata come avente il primo posto sopra tutte le cose, e per conseguenza i sacerdoti usavano del loro prestigio, e s’incaricavano d’iniziare ad infami stravizii i neofiti dei due sessi.