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Le prime eran cornute come bue, ma le quattro un sol corno avean per fronte: simile mostro visto ancor non fue. Sicura, quasi rocca in alto monte, seder sovresso una puttana sciolta m’apparve con le ciglia intorno pronte; e come perché non li fosse tolta, vidi di costa a lei dritto un gigante; e basciavansi insieme alcuna volta.

e la faccia del sol nascere ombrata, che per temperanza di vapori l’occhio la sostenea lunga fïata: così dentro una nuvola di fiori che da le mani angeliche saliva e ricadeva in giù dentro e di fori, sovra candido vel cinta d’uliva donna m’apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva.

Temp’ era dal principio del mattino, e ’l sol montava ’n con quelle stelle ch’eran con lui quando l’amor divino mosse di prima quelle cose belle; ch’a bene sperar m’era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l’ora del tempo e la dolce stagione; ma non che paura non mi desse la vista che m’apparve d’un leone.

cotal m’apparve, s’io ancor lo veggia, un lume per lo mar venir ratto, che ’l muover suo nessun volar pareggia. Dal qual com’ io un poco ebbi ritratto l’occhio per domandar lo duca mio, rividil più lucente e maggior fatto. Poi d’ogne lato ad esso m’appario un non sapeva che bianco, e di sotto a poco a poco un altro a lui uscìo.

Le prime eran cornute come bue, ma le quattro un sol corno avean per fronte: simile mostro visto ancor non fue. Sicura, quasi rocca in alto monte, seder sovresso una puttana sciolta m’apparve con le ciglia intorno pronte; e come perché non li fosse tolta, vidi di costa a lei dritto un gigante; e basciavansi insieme alcuna volta.

e la faccia del sol nascere ombrata, che per temperanza di vapori l’occhio la sostenea lunga fïata: così dentro una nuvola di fiori che da le mani angeliche saliva e ricadeva in giù dentro e di fori, sovra candido vel cinta d’uliva donna m’apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva.

Noi eravam lunghesso mare ancora, come gente che pensa a suo cammino, che va col cuore e col corpo dimora. Ed ecco, qual, sorpreso dal mattino, per li grossi vapor Marte rosseggia giù nel ponente sovra ’l suol marino, cotal m’apparve, s’io ancor lo veggia, un lume per lo mar venir ratto, che ’l muover suo nessun volar pareggia.

ma se’ venuto più che mezza lega velando li occhi e con le gambe avvolte, a guisa di cui vino o sonno piega?». «O dolce padre mio, se tu m’ascolte, io ti dirò», diss’ io, «ciò che m’apparve quando le gambe mi furon tolte». Ed ei: «Se tu avessi cento larve sovra la faccia, non mi sarian chiuse le tue cogitazion, quantunque parve.

Indi m’apparve un’altra con quell’ acque giù per le gote che ’l dolor distilla quando di gran dispetto in altrui nacque, e dir: «Se tu se’ sire de la villa del cui nome ne’ dèi fu tanta lite, e onde ogne scïenza disfavilla, vendica te di quelle braccia ardite ch’abbracciar nostra figlia, o Pisistr

Pur ier mattina le volsi le spalle: questi m’apparve, tornand’ ïo in quella, e reducemi a ca per questo calle». Ed elli a me: «Se tu segui tua stella, non puoi fallire a glorïoso porto, se ben m’accorsi ne la vita bella; e s’io non fossi per tempo morto, veggendo il cielo a te così benigno, dato t’avrei a l’opera conforto.