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Palermo avea bene i suoi «soldati di marina», che ne custodivano le spiagge dal Pellegrino allo Scoglio di Mustazzola ed anche a Bagheria; ma che potevano essi fare, questi soldati, impotenti come erano a resistere ai pirati che giungevano fino a Mondello, anzi fino al tiro della Lanterna del Molo?

Se questo pare troppo, si pensi che v’era anche dell’altro. Bagheria e Parco eran terre soggette al Senato, che vi esercitava amplissima giurisdizione per mezzo di persone di sua fiducia e da esso delegate. Prima che Ferdinando venisse in Palermo, e pensasse a proclamare citt

Gli osanna degli accademici al Vicerè Principe di Caramanico ed al Pretore Ferd. Monroy di Pandolfina, si confusero coi risentimenti contro il S.a Flavia, che col pretesto di doversi ritirare in Bagheria, avea chiuso loro la sua casa ospitale. Vicerè e Pretore furono generosi nello infondere nuovo vigore all’Accademia; il S.a Flavia parve smentire tutto il suo passato.

Bagheria era per l’alta aristocrazia di Palermo quello che per l’alta aristocrazia di Roma i Castelli. I grandi signori della Capitale siciliana vi aveano ville magnifiche, anche superiori ai palazzi loro in citt

Nessuno capitava mai in una casetta, in un abituro che non vi venisse cordialmente festeggiato. Quando Stolberg, prima di giungere a Bagheria, si fermò innanzi il palazzo del Marchese Celestre di S. Croce, il castaldo (che per la sua gentilezza gi

³³³ Brydone, op. cit., lett. Una ventina d’anni dopo lo scellerato arnese veniva demolito, ed il Villabianca scriveva (maggio, 1798): «La forca fatta di fabbrica per pianca (beccheria) di carne umana è nella via pubblica di mare conducente a Bagheria. Viene spiantata in questo maggio: alzata nel 1500, mostra di vendetta, di giustizia, terrore dei malviventi del Regno. Ma poichè le giustizie oggi si eseguono nei luoghi dei delitti, restando così noto a tutti l’atto capitale che per l’avanti era ignoto a moltissimi, questo segno mortifero venne tolto. La vista di cosce, di braccia ecc., pendenti dagli uncini, le ossa ammucchiate nel pozzanghero di essa pianca recava[no] orrore ai passeggieri, specialmente alla Nobilt

La Compagnia dei Bianchi fin dal 1580 godeva, come abbiam detto, il privilegio di una grazia annuale; privilegio che per 48 anni salvò quarantotto condannati. In uno dei dodici parti della fecondissima Maria Carolina, quello cioè del 1773 (Maria Luisa, che poi fu moglie di Ferdinando Granduca di Toscana) veniva graziato il giustiziando più vicino. Il 27 settembre 1800 il Re tornando da una gita in Bagheria e sboccando con la sua carrozza nel Piano della Marina, trovava, senza aspettarselo, un reo in procinto di essere afforcato. Beato sovrano, che poteva dimenticare una sentenza di morte da lui soscritta, e godersi una partita di caccia mentre un suo suddito agonizzava all’imminente supplizio!... La folla grida ad alte voci: Grazia, Maest

Strangolati, ai loro corpi venivano spiccate mani e teste e appese all’arco della porta, ove rimanevano ingabbiate fin dopo la rivoluzione del 1848; e le membra squartate, a Sampolo, ai Colli, a Porta di ferro sotto Bagheria, alle Torri di Termini, terrore dei passeggieri.