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Questa fu la fine dell'ordinamento medioevale della famosa abbazia, e da quel tempo la sua storia perdè ogni interesse. Però fra i suoi cardinali-commendatori ve n'è uno notevole per avere efficacemente favorito, secondo le esigenze dei nuovi tempi, la civilizzazione di quella regione, ed è Pio VI, Braschi, che, nominato cardinale-abate nel 1773, rimase tale anche quando fu fatto papa, e colmò Subiaco di beneficî. Oltre alla costruzione di vari edifici, come la cattedrale, un grande seminario, il restauro del palazzo, ed altro, suo titolo principale alla riconoscenza di quella popolazione è la bella strada che, lungo l'Aniene, conduce a Tivoli: per mezzo di questa strada egli collegò l'abbazia alla capitale della regione. I cittadini di Subiaco gli innalzarono perciò un arco di trionfo, sul modello dell'arco di Tito; è un ornamento di quel luogo che il medesimo pontefice aveva fatto diventare citt

La Compagnia dei Bianchi fin dal 1580 godeva, come abbiam detto, il privilegio di una grazia annuale; privilegio che per 48 anni salvò quarantotto condannati. In uno dei dodici parti della fecondissima Maria Carolina, quello cioè del 1773 (Maria Luisa, che poi fu moglie di Ferdinando Granduca di Toscana) veniva graziato il giustiziando più vicino. Il 27 settembre 1800 il Re tornando da una gita in Bagheria e sboccando con la sua carrozza nel Piano della Marina, trovava, senza aspettarselo, un reo in procinto di essere afforcato. Beato sovrano, che poteva dimenticare una sentenza di morte da lui soscritta, e godersi una partita di caccia mentre un suo suddito agonizzava all’imminente supplizio!... La folla grida ad alte voci: Grazia, Maest

¹⁶⁰ Sotto la data del Settembre 1773 il Villabianca, Diario, V. XX della Biblioteca, v. XX pag. 292, scriveva: «Le maestranze della citt

³²⁰ Questa divisa fu ordinata dal Presidente Airoldi, nel 1773, per distinguere il carnefice da qualunque altra persona di giustizia. La provenienza del boia era degna del suo mestiere.

¹⁰¹ Villabianca, Diario edito ed inedito, anni 1773, 1777, 1789, 1790, 1794, 1797. Vedi anche i mss. di Casa Trabia. ¹⁰² Torremuzza, Giornale ined., p. 450. ¹⁰³ R. Segreteria, Incartamenti, n. 5290. La passione pel teatro derivava in parte dalla passione per la musica, come in tutta l’Isola così nella Capitale.

Avrebbe potuto il glorificatore scrivere ben centoquindici pagine contro l’abolita proibizione di libera vendita decretata dal Re senza il pieno consenso del Senato? La sua dissertazione quindi rispecchia le opinioni del consesso civico: ed è tutto dire. Capitolo VI. Le Maestranze palermitane apparvero all’apogeo della loro potenza negli scomposti tumulti del 1773.

I tumulti del settembre 1773³⁰³ spinsero una turba di efferati fra le più scure tane di questo carcere; ruppero inferriate, sbrandellarono le divise del boia, ridussero in frantumi i ferali strumenti, e portaron via il più odioso ricordo del triste albergo, una pila in pietra, che ogni siciliano nominava con terrore, oggetto della più brutta imprecazione: Chi putissi vidiri la pila! come per dire: Che tu possa andare in galera!³⁰⁴.

³¹⁶ Sentenza del Tribunale della R. Gran Corte in data del 10 Settembre 1773. Atto del Not. Camillo M.a Pipitone in Palermo. ³¹⁷ Sentenza del Tribunale della R. Gran Corte, sede civile, in data del 18 Febbraio 1779.

⁷⁵ Di Semiramidi, fino al 1800 se ne contavano 24, principiando da quella di M. A. Cesti e finendo all’altra del Cimarosa, la quale però venne la prima volta eseguita in Napoli nel 1799. Probabilmente si voleva quella, altre volte udita, del Paisiello, eseguita primamente in Roma nel 1773.