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Mostra'telo in generale, non ti dico, ne mostrai de' particulari, se alcuno ce n'ha a cui non tocchi, ché pure tra' gactivi ho riserbato alcuno de' miei, de' quali per le loro giustizie Io ritengo la mia giustizia che non comando a le pietre che si rivolgano contra di loro, alla terra che gl'inghioctisca, agli animali che gli devorino, alle dimonia che ne portino l'anime e i corpi.

Le storie ricordano, e non si nega da noi, che a persuasione del Papa, Pipino spedì fino a tre volte ambasciatori ad Astolfo perchè consegnasse le torre occupate, e ciò non mica per istudio, che sangue cristiano non si versasse, ma perchè le guerre così si possono vincere come perdere, ed è prudente tentare ogni via di venire a capo dei desiderii a man salva, e poi non andava il Papa esente dal sospetto di cacciare un diavolo con un altro; ma Astolfo tenne sodo, allora scese le alpi Pipino, ed assediò Astolfo in Pavia col quale presto venne a patti e furono: restituisse l'esarcato, e le giustizie di San Pietro, giurasse eseguire l'accordo, in pegno dello adempimento desse ostaggi; ottenuto tanto, invano supplicato dal Papa egli tornavasene in Francia.

E corse, disúbbito che ebbe peccato, uno fiume tempestoso che sempre el percuote con l'onde sue, portando fadighe e molestie da , e molestie dal dimonio e dal mondo. Tucti annegavate, perché veruno, con tucte le sue giustizie, non poteva giognere a vita etterna. E però Io, volendo rimediare a tanti vostri mali, v'ho dato il ponte del mio Figliuolo, acciò che passando el fiume non annegaste.

Ed essi sempre mi perseguitano con molta impazienzia, odio e mormorazioni e con molta infidelitá, volendosi ponere ad investigare, secondo el loro cieco vedere, gli occulti miei giudici, e' quali sonno fatti tucti giustamente e per amore. E non cognoscono ancora loro medesimi, e però vegono falsamente, però che chi non cognosce se medesimo non può cognoscere me le giustizie mie in veritá.

³³³ Brydone, op. cit., lett. Una ventina d’anni dopo lo scellerato arnese veniva demolito, ed il Villabianca scriveva (maggio, 1798): «La forca fatta di fabbrica per pianca (beccheria) di carne umana è nella via pubblica di mare conducente a Bagheria. Viene spiantata in questo maggio: alzata nel 1500, mostra di vendetta, di giustizia, terrore dei malviventi del Regno. Ma poichè le giustizie oggi si eseguono nei luoghi dei delitti, restando così noto a tutti l’atto capitale che per l’avanti era ignoto a moltissimi, questo segno mortifero venne tolto. La vista di cosce, di braccia ecc., pendenti dagli uncini, le ossa ammucchiate nel pozzanghero di essa pianca recava[no] orrore ai passeggieri, specialmente alla Nobilt

Pendevano dunque i giudici a volere trovar reo il Pusterla, persuasi fosse questo un atto di mera giustizia; per lo meno una conseguenza immediata e necessaria delle giustizie antecedenti. Così l'iniquit

Ma il frate, senza esitare, , perchè egli è giusto per essenza, e però vendica gli innocenti, giudica le giustizie, si fa rifugio dell'oppresso e del tribolato. Ed egli, scevro da passioni e da interessi mondani, dettò una legge superiore a queste, fatte dall'uomo, fallibile per cuore e per mente, una legge di mansuetudine e di perdono. Ed egli stesso ha dato la spada ai signori della terra, ma per punire, non per vendicarsi, per tutela della societ

Il Marchese Villabianca in un momento di resipiscenza disse che «con questo patibolo, cioè colla morte di capestro, si ci hanno accomunato i popoli e appena ci hanno avversione», e precorreva all’aguzzino mangia-liberali del Congresso de’ birri del Giusti: osservando che «vi muoiono specialmente i plebei ben sazii, bene assistiti nell’anima a segno che tali ignoranti vengono a sospirarne le pene»; ma egli scantonava come un avversario di Cesare Beccaria, e non se la intendeva col suo amico Tommaso Natale, quando affermava che le giustizie a base di sangue «fanno oh quanto più impressione che non fa la forca³⁴⁷.

Sovente un po' di "giustizia-pugnale" o "giustizia-carabina" rompono la monotonia delle giustizie legali, ed allora si grida all'assassinio. Orsini assassino è decapitato, e Bonaparte che assassinò nessuno a Parigi, a Roma, al Messico, è un magnanimo! e che so io! Felice Orsini giustiziato a Parigi per aver attuato un sanguinoso attentato alla persona di Napoleone III il 13 gennaio 1858

Ma Io, somma providenzia, providi a questa necessitá: unde, non costrecto dalle vostre giustizie virtú, ma dalla mia bontá, vi diei el vestimento per mezzo di questo dolce e amoroso Verbo unigenito mio Figliuolo.