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Voglio in queste pagine fare la storia, per sommi capi, di una delle più notevoli abbazie. Dal punto di vista storico e scientifico, Subiaco è certamente superata da Montecassino, e di molto: questo chiostro è il più antico antenato di quello che sorge presso il Liri; per tutto il medio evo anzi fu il faro solitario della scienza, come lo attestano oggi i suoi preziosi archivi e la dottrina diligente de' suoi monaci. Ma anche la storia di Subiaco è interessantissima per la cronaca degli avvenimenti del medio evo negli stati romani, ed è anche un quadro, ricco d'insegnamenti, del feudalismo ecclesiastico. Mentre intorno a questo chiostro si andava a poco a poco formando uno Stato feudale da lui dipendente, esso entrava come possente principato nella giurisdizione territoriale romana, il cui re era l'abate, ed i potenti baroni erano i monaci, ai quali per lungo tempo rimasero devote ed ubbidienti le citt

Gl'invalidi furono raccolti per la prima volta in questo ospizio da Luigi XIV. Anticamente, anzi fino dai tempi di Carlomagno, e in forza d'un suo decreto, erano posti a carico dei monasteri e delle abbazie, sotto il nome di oblati; cosa che non doveva piacer molto ai priori d'allora, dovrebbe piacere agli abati d'oggidì, comunque laudatores temporis acti. Luigi XIII fu il primo ad istituire una comunit

Queste cellette erano numerosissime: e chi coll'immaginazione sapesse tutte riedificarle, degradarle in squallida linea, colorirle tristamente, e fingere dalla porticella del coro la sfilata dei monaci salmodianti, quegli potrebbe a messer l'abate chiedere l'eterna pace. Si dorme tanto bene all'ombra tramontana, nelle abbazie dei cistercensi, fra il silenzio degli uomini e della natura!

«Da vero! Provami come potresti fare altramente, allora forse ti saprò grado del tuo perdono.» «Spesso» affermava il pellegrino, ficcando addosso a Rogiero certi occhi maligni quanto quelli della vipera, «una scintilla arse castelli e abbazie; spesso un verme guastò la più alta querce della montagna

Vide ed ammirò anch'egli quelle due luci che il 153 chiamava, in un impeto lirico, «i più begli occhi d'Italia» e che il 152, capo ameno se altro fu mai, simulando la parlata e l'accento di un viaggiatore tedesco in Italia, ribattezzava per «belle parrocchieMa che parrocchie! esclamava il 153. Arcipreture, collegiate, abbazie, cattedrali, basiliche!