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Gl'invalidi furono raccolti per la prima volta in questo ospizio da Luigi XIV. Anticamente, anzi fino dai tempi di Carlomagno, e in forza d'un suo decreto, erano posti a carico dei monasteri e delle abbazie, sotto il nome di oblati; cosa che non doveva piacer molto ai priori d'allora, dovrebbe piacere agli abati d'oggidì, comunque laudatores temporis acti. Luigi XIII fu il primo ad istituire una comunit

Chi vi si rechi oggi, spettatore o spettacolo, di giorno o di sera, nei dolci tepori primaverili o nello splendore delle centomila fiammelle a gas delle fresche notti di estate, non immagina, forse neanche sa che quello fosse luogo di convegno della gente più spensierata; anzi, che fosse il tempio della spensieratezza. Quando si è varcata una mezza dozzina di decennî si è contati tra i laudatores temporis acti, tra i disgustati del presente, tanto diverso dal buon tempo antico; ma non dobbiamo disconoscere che il nostro umore oggidì è troppo nero perchè possa ravvicinarsi, per via di paragone, a quello di un tempo. La societ

Ed essi hanno presa per mensa loro le taverne: ine, giurando e spergiurando, con molti miserabili difecti, pubblicamente, come uomini aciecati e senza lume di ragione, sonno facti animali per li loro difecti e stanno in acti, in facti e in parole lascivamente. E non sanno che si sia Officio; e se alcuna volta el dicono, el dicono con la lingua, e 'l cuore loro è dilunga da me!

Adunque vedi che Io proveggo questi perfecti per molte vie e diversi modi, perché, mentre che voi vivete, sempre sète acti a crèsciare lo stato della perfeczione e a meritare. E però Io gli purgo d'ogni proprio e disordenato amore spirituale e temporale; e potogli con le molte tribulazioni, acciò che faccino maggiore e piú perfecto fructo, come decto è.

Perché neuno bene può essere facto se non nella caritá mia e del proximo; e, se non è facto in questa caritá, non può essere veruno bene, poniamo che gli acti suoi fussero virtuosi. E cosí el male anco si fa con questo mezzo per la privazione della caritá.

Sappi, carissima figliuola, che essi sono bene acti a giognere alla grande perfeczione, se essi vogliono, perché vi sonno piú presso che gli altri miseri. Ma in un altro modo sonno piú malagevoli questi, nel grado loro, a levarli dalla loro inperfeczione, che lo iniquo, nel suo grado, della sua miseria. E sai tu perché?

Questi sonno acti a smarrire la chiave, pure che lo' soprabondi un poca di fadiga o tribulazione mentale o corporale; e, se non s'hanno ben cura, spesse volte, allentando la mano del sancto desiderio, la perdarebbero. El qual perdere è uno smarrire, ché, volendola ritrovare, possono, mentre che vivono; e non volendo, non la truovano mai. E chi gli li manifestará che l'abbino smarrita?

E se pure non cadessero, staranno con uno loro parere e piacere umano, colorato col colore de l'ordine, studiandosi piú d'observare le cirimonie de l'ordine che propriamente l'ordine. E spesse volte, per poco lume, saranno acti a cadere in giudicio in quegli che piú perfectamente di loro observano l'ordine, e in meno perfeczione le cirimonie, delle quali e' si fanno observatori.

Drictamente si potrebbe dire a loro quella parola: «Maladecti tiepidi! che almen fuste voi pur ghiacci. Se voi non vi correggete, sarete vomicati dalla bocca mia», per quello modo che decto t'ho. Ché, non levandosi, sonno acti a cadere; e, cadendo, sarebbono reprovati da me.

E de la excellenzia di questi perfecti. Questo t'ho decto, acciò che col lume de l'intellecto cognosca con quanta providenzia questa mia Veritá, nel tempo che conversò con voi, egli adoperò e' ministeri suoi e tucti e' suoi acti; perché tu cognosca quello che vi conviene fare, e quello che fa l'anima che sta in questo perfectissimo stato.