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E de la excellenzia di questi perfecti. Questo t'ho decto, acciò che col lume de l'intellecto cognosca con quanta providenzia questa mia Veritá, nel tempo che conversò con voi, egli adoperò e' ministeri suoi e tucti e' suoi acti; perché tu cognosca quello che vi conviene fare, e quello che fa l'anima che sta in questo perfectissimo stato.

E perché piú cognobbero della sancta Scriptura nella vita loro, piú cognoscono nella morte loro e' grandi difecti che hanno commessi, e sonno conlocati in maggiori tormenti che gli altri, come e' buoni sonno posti in maggiore excellenzia.

Questa obbedienzia fu ed è di tanta excellenzia, che tucti ne contraeste la grazia, come per la disobbedienzia tucti avavate tracta la morte. Ma e' non bastarebbe, se ella fusse stata solo nel Verbo, e ora non l'usaste voi. Giá ti dixi che ella era una chiave che diserrò il cielo, la quale chiave pose nelle mani del vicario suo.

Ora hai veduto in quanta excellenzia sta colui che è gionto a l'amore de l'amico. Questo ha salito el piè de l'affecto ed è gionto al secreto del cuore, cioè al secondo de' tre scaloni e' quali sonno figurati nel corpo del mio Figliuolo. Díxiti che significati erano nelle tre potenzie de l'anima, e ora tel pongo significare e' tre stati de l'anima.

Veramente Domenico e Francesco sonno stati due colonne nella sancta Chiesa: Francesco con la povertá, che principalmente gli fu propria, come decto è; e Domenico con la scienzia. De la excellenzia de li obedienti e de la miseria de li inobedienti, li quali vivono ne lo stato de la religione.

Anco t'ho contata la inperfeczione delle ricchezze, una sprizza della miseria nella quale conducono colui che le possiede con disordinato affecto, e della excellenzia della povertá: della ricchezza che nell'anima che la elegge per sua sposa, aconpagnata con la sorella della viltá. Della quale viltá insieme con l'obbedienzia ti narrarò.

E hotti mostrata la excellenzia de' virtuosi ministri miei, in cui riluceva la margarita delle virtú e della sancta giustizia. E hotti mostrato quanto m'è spiacevole l'offesa che fanno e' persecutori della sancta Chiesa, e la inreverenzia che essi hanno al Sangue; però che, perseguitando loro, el reputo facto al Sangue e non a loro, però che Io l'ho vetato che non tocchino e' cristi miei.

E hotti contata della excellenzia nella quale Io gli ho posti, e del tesoro che v'è ministrato per le mani loro, cioè del sancto Sacramento tucto Dio e tutto uomo, dandoti la similitudine del sole, acciò che tu vedessi che per li loro difecti non diminuisce la virtú di questo Sacramento: e però non voglio che diminuisca la reverenzia verso di loro.

E cosí ti dico generalmente della religione cristiana: che, stando in peccato mortale, spregiano el Sangue privandosi della vita della grazia. Questo mi dispiace, ed è grave colpa la loro, di quelli che narrato t'ho particularmente, come decto è. De la excellenzia e de le virtú e de le operazioni sancte de' virtuosi e sancti ministri. E come essi hanno la condiczione del sole.

E' sonno alcuni che tanto sonno dimòni, che, non che essi abbino in reverenzia el sacramento e tengano cara la excellenzia loro nella quale Io gli ho posti per la mia bontá, ma essi, come al tucto fuore della memoria, per l'amore che avaranno posto ad alcune creature, e non potendo avere di loro quello che desiderano, faranno con incantagioni di dimonia e col sacramento che v'è dato in cibo di vita, faranno malie per volere compire i loro miserabili e disonesti pensieri e volontá loro mandarle in effecto.