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Aggiornato: 28 maggio 2025
Ed altre visioni ancora, rotte, fuggenti; lembi di conversazioni, ritornelli di canzoni ignote, battute di walzer; e certi sguardi che non sapeva più a chi avessero appartenuto, e scoppi di risa di bocche invisibili; tutto il suo mondo interno che si agitava, che usciva a far parte del mondo esteriore, fondendosi col cielo, coll'aria, colle foglie cadenti, col silenzio dei prati, colla tavolozza inimitabile delle masse d'alberi, col respiro misterioso della terra e delle acque.
Nel caffè c'era una piccola orchestra che di colpo si mise a sonare un walzer fritto e rifritto, un'antipatia di musica frettolosa e saltellante, che mise una gaiezza stupida fra i consumatori. Lui, di faccia a un borghese, che batteva il tempo col cucchiaino nel vassoietto, si sentiva un formicolio nelle mani; gli avrebbe voluto buttar la chicchera in faccia.
Fu a Vienna, uno di quei giorni «che il fondo inesplorato della coscienza ribolle sordamente, e come la terra freme per tutti i germi che vi stanno sepolti e tendono all'aria ed alla luce, così un oscuro lavorìo di crescenza si compie nel nostro essere.» Al concerto di Strauss, mentre il suo cuore si gonfiava «di rancori, di rimpianti, di aspirazioni indefiniti al ritmo incalzante d'un walzer che pareva un inno di tripudio universale,» egli incontrò colei che chiamò col simbolico nome di Sfinge... Ahimè, quanto poco enimmatica era la creatura nella quale egli s'era imbattuto, e come bisognava essere inesperti della vita per trovare un sapor di mistero l
La signora che sedeva al piano, cessò di strimpellare e cedette il posto a un giovinotto che prese a suonare un walzer. Fu come un invito al ballo. Si tirò in disparte la tavola di mezzo e le coppie cominciarono a danzare scacciando l'uggia del cattivo tempo, dimenticando la malata, che languiva lì, a pochi passi.
L'orchestra dette il segnale del walzer. Il principe ed i passeggiatori sgombrarono il salone. Il principe incontrò il dottore in un'altra camera dove giuocavasi al whist. Incantevole! disse egli. Una moxa! rispose il dottore, sorridendo. Dovunque la si vorr
Quando il principe la lasciò, per discrezione, Alberto Dehal che assisteva anch'egli a quel ballo e che l'aveva covata degli occhi senza volgerle la parola, come fatto aveva all'ambasciata d'Austria, le si accostò. Madama, vorreste farmi la grazia di un giro di walzer? chiese egli con voce commossa. Volevo riposarmi, signore rispose Regina ma a voi non posso rifiutare. Levossi.
Sembrava anzi che avesse scelto un alto, fra due giri di walzer, per andare a salutare sua cugina, onde compiere un dovere verso di lei agli occhi del mondo, ma evitare le spieghe. Ciò non impedì che Vitaliana si lasciasse fascinare da tutte le provocazioni della festa.
Basta; ora sediamo, qui nel salotto, io nel seggiolone, tu al pianoforte... suonami qualche cosa. Un walzer di Strauss, disse Ernesta aprendo il pianoforte dimenticato. No, una romanza mesta, un notturnino. O una marcia funebre, aggiunse la bella ridendo. Ecco il notturnino... incomincio, se sbaglio non ci badare, non lo faccio a posta. E incominciò.
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