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Aggiornato: 27 giugno 2025
Questo genero poi vivea a spese di re Carlo, come il mostrano i diplomi del r. archivio di Napoli, reg. segnato 1268, A, fog. 3, 5, 6, 7, 10, dati a 2 maggio 1277, 4 settembre e 10 dicembre 1276; ultimo febbraio e 23 maggio 1277, e 6 ottobre 1276; pei quali porgeasi danaro a Filippo, allora titolato imperatore di Costantinopoli per la morte del padre. Cronica di Morea, citata di sopra, lib. 2.
«Quando vivea più glorïoso», disse, «liberamente nel Campo di Siena, ogne vergogna diposta, s’affisse; e lì, per trar l’amico suo di pena, ch’e’ sostenea ne la prigion di Carlo, si condusse a tremar per ogne vena. Più non dirò, e scuro so che parlo; ma poco tempo andr
se buona orazion lui non aita, prima che passi tempo quanto visse, come fu la venuta lui largita?>>. <<Quando vivea piu` glorioso>>, disse, <<liberamente nel Campo di Siena, ogne vergogna diposta, s'affisse; e li`, per trar l'amico suo di pena ch'e' sostenea ne la prigion di Carlo, si condusse a tremar per ogne vena.
Ben fosti a porvi le tue genti presto, per avere il dominio a te rivolto. Tornerò in Fiandra? ove ho venduto il resto di che io vivea, ben che non fossi molto, per sovenirti e di prigione trarte. Mischina! dove andrò? non so in qual parte. 32 Debbo forse ire in Frisa, ove io potei, e per te non vi volsi esser regina? il che del padre e dei fratelli miei e d'ogn'altro mio ben fu la ruina.
se buona orazion lui non aita, prima che passi tempo quanto visse, come fu la venuta lui largita?>>. <<Quando vivea piu` glorioso>>, disse, <<liberamente nel Campo di Siena, ogne vergogna diposta, s'affisse; e li`, per trar l'amico suo di pena ch'e' sostenea ne la prigion di Carlo, si condusse a tremar per ogne vena.
Raccontava uno valente uomo ravignano, il cui nome fu Piero Giardino, lungamente discepolo stato di Dante, che, dopo l'ottavo mese della morte del suo maestro, era una notte, vicino all'ora che noi chiamiamo «matutino», venuto a casa sua il predetto Iacopo, e dettogli sé quella notte, poco avanti a quell'ora, avere nel sonno veduto Dante suo padre, vestito di candidissimi vestimenti e d'una luce non usata risplendente nel viso, venire a lui; il quale gli parea domandare s'egli vivea, e udire da lui per risposta di sí, ma della vera vita, non della nostra; per che, oltre a questo, gli pareva ancora domandare, s'egli avea compiuta la sua opera anzi il suo passare alla vera vita, e, se compiuta l'avea, dove fosse quello che vi mancava, da loro giammai non potuto trovare.
La vita, che i Polverari conducevano, era ritiratissima. Donna Laura, tremante sempre per la salute de' suoi figli, che sapeva assai cagionevole, non vivea che per essi, vigilando con instancabile sollecitudine alle loro cure ed attendendo con iscrupolo alla loro istruzione.
37 Pensò al fin di tornare alla spelonca dove eran l'ossa di Merlin profeta, e gridar tanto intorno a quella conca, che 'l freddo marmo si movesse a pieta; che se vivea Ruggiero, o gli avea tronca l'alta necessit
46 Standosi quivi, e di gran spazio essendo passato il tempo che tornare a lei il suo Ruggier dovea, né lo vedendo, vivea in timor di mille casi rei. Un dì fra gli altri, che di ciò piangendo stava solinga, le arrivò colei che portò ne l'annel la medicina che sanò il cor ch'avea ferito Alcina.
La cagione perché questo dimonio niega di passare l'autore, puote esser questa: percioché egli non potrebbe ancora conducer l'autore alla riva opposita, conciosiacosaché ancora venuto non sia l'ultimo dí dell'autore, il quale ancora vivea; e appresso sentiva il dimonio l'autore non essere in disposizione ch'egli volesse passare per dover di lá dimorare, e perciò non apparteneva al ministro della divina giustizia, al quale è commesso di trapassare i malvagi, di trapassar similmente quegli che malvagi non sono e vanno per esser buoni, sí come l'autore andava.
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