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Aggiornato: 11 giugno 2025


Non senza supremo consiglio la Provvidenza ordinò, che in questi luoghi vivesse Vittorio Alfieri, ed ora viva Giovambatista Niccolini, ponendo in certa guisa più gagliardi i puntelli l

Ne avevano infatti dei rotti; un cavallino, tra gli altri, a cui mancavano due gambe, e un cane che non abbaiava più, per essersi scollata la pelle del manticino. Ma ne avevano ancora dei nuovi, o quasi: un'arca di Noè, fabbricata a Norimberga, con otto o dieci animali ancora presentabili, e un alfabeto di legno, a cui, per miracolo, non mancavano che due o tre lettere. Quell'alfabeto era per allora il gran divertimento dei piccini. Vittorio conosceva gi

Un mio compaesano che si trovava nella stanza, prese a proteggermi e a consolarmi. Si chiamava Francesco Gentile, stato condannato a vita dal tribunale di guerra, come brigante che non aveva voluto sottomettersi al governo di Vittorio Emanuele. Egli aveva fatto parte della banda dello Schiavone, il capo brigante che avrete sentito nominare. Il Gentile era vecchio, ma di cuore.

Ghegola era malcontento di Cavour, di Vittorio Emanuele e di Napoleone.... il piccolo! Egli aveva dei grandi ideali, delle forti aspirazioni: le monarchie erano tutte compagne e avevano fatto il loro tempo; Ghegola non sarebbe mai, ad ogni costo, il soldato di un re.

Dopo pranzo Vittorio Emanuele soleva passeggiare collo studente nei pressi del campo richiedendogli il nome dei più vistosi fiori, o discorrendo dei grandi fenomeni alpini.

Vittorio Emanuele fra altro vi confessava ingenuamente: «L'Europa sa che la bandiera innalzata nelle terre vicine alle nostre, sulla quale fu scritta la distruzione della suprema autorit

Aldo Rubieri aveva scritto a Bedeker di farne un cenno, nella sua nuova Guida d'Italia, e Bedeker infatti nel capitolo che riguardava Milano, parecchi anni or sono, vi aveva fatte due aggiunte: il vaporino illuminante in circolo la cupola della Galleria Vittorio Emanuele e lo studio di Aldo Rubieri.

Chi ha fatto questo giro, e s'è ancora spinto poi, per il corso San Maurizio, fino in faccia al Borgo Po, che chiude come uno scenario graziosissimo il grande palcoscenico della piazza Vittorio Emanuele, ha visto la citt

Il generale Cialdini accorso, si avvide che le manovre del nemico tendevano ad aggirare la sinistra della sua posizione; vi mandò tosto alcuni battaglioni che raccolse con una sezione d'artiglieria comandata dal bravo capitano Ponzio-Vaglia, mentre il bersaglieri si slanciò addosso al nemico, minacciante il ponte gettato sulla Sesia e fa occupare vigorosamente gli approcci di Palestro affine d'impedire al nemico la marcia sul villaggio; la lotta si fa accanita, le grosse colonne austriache comandate dal feld Maresciallo Zobel, sorrette da numerose compagnie di tirolesi e dall'artiglieria, si avanzarono risolutamente contro le truppe piemontesi che tennero fermo, incuorate dalla presenza di Vittorio Emanuele; coprendosi di gloria.

Viva Vittorio Emanue.... grida all'improvviso una voce acuta. Silenzio! Smetti! Non è il momento! si mormora da ogni parte. Guardalo quello che non vuole che si dica Viva il Re! grida l'interruttore importuno ad uno dei suoi censori. Ma chi ti dice ch'io non voglio che si grida viva il Re? Dico che non è il momento. Gi

Parola Del Giorno

s'alceste

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