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Aggiornato: 21 giugno 2025
Il povero Rocco disse queste poche parole con un accento così vero e doloroso, che il vecchio amico di Vittore si sentì come scosso ne' pensieri, s'accese d'un sospetto; e stringendo con forza il braccio del giovine: Dite, dite su, presto balbettò fra l'ira e il terrore forse qualche disgrazia.... forse la buona Stella, la figliuola del mio Vittore.... non mi fate mistero! andiamo.
L'elezione di Vittore II, successore di Damaso, e quella di Stefano IX, che a Vittore tenne dietro, non fu che opera d'Ildebrando, ed a sua insinuazione ogni atto di loro.
38 Poi ch'al partir del Saracin si estinse Carlo d'intorno il periglioso fuoco, tutte le genti all'ordine ristrinse. Lascionne parte in qualche debol loco: adosso il resto ai Saracini spinse, per dar lor scacco, e guadagnarsi il giuoco; e gli mandò per ogni porta fuore, da San Germano infin a San Vittore.
Una voce di poeta che amammo giovani e che lamentavamo muta da lungo tra le nostre file, la voce di Vittore Hugo, s'è riscossa al grido di Roma, della citt
Loro son ricchi e non si sono mai dati a cercare di noi; il mio Vittore era povero, ma non usò mai piegar la testa a chi si sia, e non ha cercato di loro. Quel benedetto uomo non volle mai aver bisogno di nessuno. Lo dite a me? aggiunse Lorenzo. Credete non lo sappia io? E perchè restammo semplici soldati, lui ed io, fin quasi all'ultim'anno del grand'uomo?
Parlammo del Bixio, e quello, ch'ei dicesse ferito, riferimmo; però leggo nelle memorie che mi vennero fornite, che alle parole aggiunse atti, che tacere è bello, imperciocchè la mia indole non consenta andare in visibilio, come sembra che accada a Vittore Ugo, di cenni, o di detti all'usanza del Cambronne della vecchia guardia; ma mi sento sforzato a notare le parole meste, e solenni di rassegnazione e di grandezza con le quali conchiudeva la sedicenne vita il Savoia da Mantova: «guarda me dispiass soltant a meurar perchè vedi miga l'Italia libera.»
Vittore, alcun tempo di poi, riscosso dal lungo sopore, metteva un sospiro penoso; e volgendo intorno gli occhi vitrei, infossati, li fissava nel volto di quel nuovo venuto che immoto lo contemplava. E con mesto sorriso, come seguisse il filo delle memorie che avevano tessuto il suo sogno di quell'ora: O Lorenzo, disse, che begli anni furono quelli! Ti ricordi d'Imola, delle sponde del Cenio?
La sera medesima di quel dì che la famiglia di Vittore era tornata a casa, la Teresa e i figliuoli sedevano mestamente nella stanza paterna, come in luogo sacro. Avevano pregato insieme, e scambiavano alcune meste parole, ma senza piangere: sentivano, dopo la divota comune preghiera, una calma rassegnata, una consolazione che altra cosa al mondo non può dare.
E altre voci rotte, che molto volevan dire, gli uscivan di bocca: Il mio nome.... la mia spada... sangue italiano... giura, o mio figlio! Povero padre! Esclamò con ferma voce il giovine; so che cosa volete dire e vi giuro.... Basta, disse Vittore.
Ma non sentivasi cuor di farlo, pensando che quelle tre creature le aveva vedute venir su a poco a poco; e ricordandosi quell'ultima notte del moribondo suo fratello d'armi, e la promessa che non avrebbe abbandonati mai più que' figliuoli. Così l'onesta famiglia di Vittore, alla quale eran rimasti l'onore e la virtù, unica ricchezza, viveva aspettando dall'avvenire un po' di bene.
Parola Del Giorno
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