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Aggiornato: 21 giugno 2025


Fatti animo, Vittore, l'interruppe con una cotale bruschezza guerresca il vecchio amico; chè in letto non si muore presto come nella prima fila d'un battaglione. Tu sei più giovine di me, e vogliam berne insieme qualche mezzina ancora alla memoria di quel tale.... Zitto!... riprese a stento il malato. Vieni qui, tu, Lorenzo; più vicino.... ho una preghiera a farti.

E pigliavano insieme verso a que' luoghi e per quelle stesse vie, fatte e rifatte tant'anni prima da lui e da Vittore, ricordandosi fra loro delle famose guerre d'Italia, di Spagna e di Russia, portando ancora la mano al cappello nel pronunziare il nome di Napoleone, e bestemmiando per aver campato dopo di lui.

Morto Vittore II nel 1057, fu eletto, e prese nome di Stefano IX, quel fratello che dicemmo di Goffredo di Lorena, il marito di Matilde, restituito allor duca di Toscana; e fu un altro buono di que' papi tedeschi, e piú potente che gli altri.

Ma ormai, veggendo che l'ultimo spazio di vita era consumato, il prete, inchinatosi sul moribondo Vittore, con voce lenta e mite continuò: «Vale in Cristo, la pace sia con te!

per un anno osò nessuno succedere a quel terribil Gregorio, che il dolce san Pier Damiano avea chiamato «santo demonio». Finalmente fu eletto quasi a forza Vittore III, uno dei designati dal predecessore; e Roma fu a vicenda or di lui or dell'antipapa. E morto Vittore , succedette Urbano II, francese, un altro dei designati , un grand'uomo esso pure.

Ugo da San Vittore è qui con elli, e Pietro Mangiadore e Pietro Spano, lo qual giù luce in dodici libelli; Nat

Evidentemente questo racconto somministrava a Vittore Ugo la idea della scena dei cataletti nella Lucrezia Borgia.

Il quale chinandosi sopra di lui, e stretta con immenso affetto la sua mano, v'impresse caldi baci, e se la mise sul cuore per riscaldarla; poichè quella mano era fredda. Mio Damiano, mio figlio! così il vecchio soldato, con voce piana e grave: Ho veduta mille volte la morte in faccia, ma non ho sentito mai quello che sento in quest'ora. Io non son più Vittore, non son più nulla per voi....

Era la Teresa, come l'avrete a quest'ora ben conosciuta, una buona donna; ma niente di più. Il bene che le portava il suo Vittore, un bene per verit

E cosa v'ho fatto io, perchè non vogliate più nulla da me?.... Quanto a voi, signora Teresa, lo so bene, sono i vostri preti che v'han messo su contro di me; ma io, tanto e tanto, voglio esser buono a qualcosa ancora.... Io penso a Vittore.... e non sono un voltafaccia io....

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