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Aggiornato: 22 giugno 2025
Perduta anche quella occasione, e impazienti oramai dell'ultima strage, piuttosto che stanchi di martoriare le loro vittime, i preti governanti di Roma fissarono la morte di Monti e Tognetti pel giorno 24 novembre, giorno della riapertura del Parlamento italiano, per inviare quell'annunzio ferale, come saluto beffardo ai rappresentanti della nazione.
Non erano però queste le sole attrattive del ben architettato dramma. Si vedeva, nella prima parte, un buon numero di vittime innocenti pagare con le proprie lacrime le ricchezze dell’empio frodatore. Indi si vedeva un ponte inabissarsi al passaggio d’un treno, e ciò era fatto in modo che il cuore di tutta la sala per un istante cessava dal battere.
In febbraio 1822 il lungo processo degli arrestati era finalmente finito, e interessava ai capi di assistere alla lettura delle sentenze delle povere vittime, che si faceva sulla pubblica piazza. A tale scopo il capitano Bonifazio partì per Venezia col suo domestico, potendo aver bisogno d’un uomo fidato, in quella dolorosa circostanza.
E potete esser giudici voi soli di ciò che s'agiti nella coscienza delle vostre vittime? Sapete voi se non saranno pentiti e migliori domani? e a ogni modo, volete esser tristi come essi sono? A vincere, noi dobbiamo esser migliori; a meritar la vittoria, noi dobbiamo cancellare dal nostro core ira, ferocia, vendetta. Noi siamo gli apostoli della Patria futura: vogliamo fondar la Nazione.
Ammazzò con una pedata nel ventre una fanciulla, che aveva amato ieri e che gli si era fatta incontro col sorriso sulle labbra; condannò a morte Pitagora, spudorato liberto, che aveva sposato pubblicamente a Corinto, vestendolo da imperatrice, per profanare, con quella infame parodia, i riti sacri matrimoniali; girò quella sera vestito da Apollo, in lettiga, tra le fiaccole ardenti, non pago dei crucirati delle sue vittime: ne avrebbe preferito l'adulazione.
Ebbe luogo una scaramuccia che fece poche vittime perchè gli Egiziani si ritirarono sopraffatti dal numero e obbligati di portare al quartiere generale la notizia della vicinanza del nemico. Dal canto suo questi ubbidì pure a sì elementare principio di tattica, e tutto l'esercito guidato da re Giovanni mosse a marcia forzata verso Guda-Guddi.
È impossibile enumerare tutte le infamie di questo genere delle quali sono vittime i nostri coloni. Il male è che il cattivo esempio viene dall'alto. Cito fra molti un fatto che posso documentare avvenuto recentemente a Yeru
Ferdinando è sospettoso, e sempre agli agguati; che almeno egli non sospetti il vero da una maggior sicurezza delle sue vittime.
Tutto questo ci mostra quali sono le maggiori vittime del contraccolpo della crisi generale. Possiamo quasi dire che se tutto il male è argentino, gran parte del dolore che esso provoca è italiano. Le masse degli umili, dei poveri che sono disgraziatamente le masse dei nostri emigranti pagano di borsa e di persona le spese di tanti errori.
Sebbene i brogli e i pasticci della Cisalpina fossero imputabili soltanto a Matteo Cantasirena e al Fontanella e questi due soltanto ne avrebbero dovuto rispondere, non erano però essi soli i più atterriti dall'idea di uno scandalo, di un processo. Dal più al meno lo temevano tutti, anche le vittime; i danneggiati, gli sfruttati, come gli sfruttatori.
Parola Del Giorno
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