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Aggiornato: 28 giugno 2025
Dinanzi a quelle parole, che eran pure la ingenua confessione di quanto aveva sofferto per il suo amore infelice, uno scoraggiamento la invase paralizzandole d'un sol tratto le forze, dalle quali poco prima si sentiva sorretta. Nell'atto di dare così un addio decisivo al sogno della sua giovinezza, la poesia di quel sogno la riafferrava violentemente con una potenza nuova di seduzione.
E vi rinunzi ora che mi ami? disse egli, interrompendola violentemente, torcendole una mano. Ella rispose, guardandolo in faccia: Sì, perchè ti amo. Per un momento egli rimase attonito, senza fiato, come sospeso in un dubbio oscuro. Ella gli prese la testa fra le mani, gli accostò la bocca alla bocca.
Marta fece un movimento impercettibile colle spalle, schiuse le labbra senza poter parlare ed appoggiò il cuore, che le batteva violentemente, contro il braccio di lui. Egli stette ancora un momento incerto, guardò l'uscio della sala da cui usciva uno sprazzo di luce allegra, guardò sua moglie, le botti, il cortile deserto, e: Se rientrassimo?... Le avevano ordinato delle lunghe passeggiate.
Erano gli ultimi gridi di un'anima che un male troppo intenso strappa violentemente dalla spoglia mortale. Il vecchio si sentiva mancare la vita. Il canto continuava un'agonia di note. Poi l'ultima vibrò lunga, tetra, triste, sopranaturale, con un accento che una mente umana non può imaginare. Pareva partire dalle viscere della terra e come una freccia volare in cielo.
Sorgeva in piedi; la forza che doveva mantenergli anche per qualche ora la vita parve riunirsi per consumarsi in un punto: le sue guancie si fecero vermiglie di rossore febbrile, afferrò il braccio di Rogiero, e lo spinse violentemente verso la porta; mosse spedito il primo passo, mutò il secondo,... al terzo Rogiero sentì abbandonarsi: il misero Enrico stramazzò bocconi sul pavimento.
Quindi, per far inganno a sè stesso, e mostrarsi ai proprj occhi spensierato e sicuro, piegava il capo, e quasi si trattasse di deludere altrui, fingeva addormentarsi. Sì, addormentarsi! La coscienza d'un gran pericolo, e non solamente suo, lo scoteva in fiero soprassalto; acceleravano il battito le arterie: chi l'avesse esaminato, ne avrebbe scorto il viso pallido, scontrafatto come il cadavere d'uomo violentemente soffogato. Sentendosi mancar il respiro, si alzò: chiotto chiotto affacciossi ad un finestrone alto e stretto, s'abbracciò ad un'esile colonnina, posta a sorreggere due archetti acuminati che facevano il vôlto; e sporto il capo fra lo stipite e quella, stette osservando la cupa maest
Andreina abbassò il capo, confondendosi sempre di più; quelle domande la imbarazzavano assai; non le aveva prevedute!... Giacomo indovinò, comprese tutto in un attimo, e stringendo Andreina per le braccia, la scosse violentemente. Di', rispondi, rispondi, balbettò con voce rauca, rispondi senza mentire. Voglio saper tutto!... Da chi hai avuto questo danaro?... Da chi?
²⁵⁰ Gastone, De spatio, art. Il 4 ottobre 1785 tre soldati della Compagnia rusticana di Capitan reale di Palermo strappavano violentemente dalla chiesa del convento francescano degli Scalzi un secolare testè rifugiatovisi per non so quale delitto audacemente commesso.
Questa fece un gesto di rifiuto, e l'altra chinandosele con una finta carezza all'orecchio sussurrò: Avete male? La fanciulla trasalì e rispose quasi violentemente: No. Successe un silenzio.
Aveva piovuto violentemente quel mattino e il giorno era rimasto grigio, torpido, stendendo ovunque un'angoscia inesprimibile, una nausea d'azione. La citt
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