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Enrica si alzò, passarono quasi accanto a Diana che si teneva tutta raccolta dietro il paravento. Essa vide benissimo il Venosa, che si accostava molto alla principessa, mentre le dava il braccio, come fanno certi innamorati smaniosi. La principessa voleva infiammarlo. Con la sua bella voce musicale, quando furono presso la porta, avvicinandosi a lui in modo ch'egli potesse riconoscere tutto il valore delle forme risentite della sua persona, gli mormorò, tra languida e carezzevole: Sapete qual sar

Lo farai e presto: se non vuoi che ogni tuo legame con me sia sciolto.... Non credere io sia una di quelle fanciulle, che si compiacciono di aver un bell'amante e non gli domandano mai di effettuare il fine d'ogni relazione onesta, fra un giovane e una fanciulla: il matrimonio.... Il Venosa voleva parlare.

Subito Enrica si mosse e andarono tutti dal lato opposto della sala. Marco Alboni si contentò di seguirli con lo sguardo. Caro marchese, disse la principessa al marchese di Trapani, -io debbo parlare in nome del nostro amico Venosa.... e la vostra risposta mi sta molto a cuore.... Il Venosa, riprese dopo breve esitanza, ama vostra figlia.... e vi chiede la sua mano!

Così le sue focose passioni la spingeano: e senza ch'ella il sapesse, fin contro la propria figlia. Si dette a raddoppiare di tenerezza con il Venosa: egli le stringeva furtivamente il polso del braccio destro: in sembiante, per aggiustarle un grosso braccialetto. Essa lasciava fare, e lo guardava ammaliandolo. Diana s'era nascosta dietro il paravento ove era stata poco innanzi la principessa.

In Adolfo Venosa ella avea pure, senza mettervi troppo studio, e a solo diletto, eccitato questa fiamma dei sensi. Non gli avea permesso alcuna intimit

Al Venosa batteva il cuore. Si spinse, senza saper che facesse, verso una finestra aperta, rispondente su un balcone. Affacciatosi vide Diana seduta sotto di esso, nel giardino; e certo avea riconosciuto la voce di lui, poichè stava in attitudine di chi ascolta. Egli le gettò subito, con mano tremante, la lettera che aveva scritto. La lettera cadde a' piedi di lei.

Non volle perder più di veduta que' due in tutta la durata della festa. Presso il mattino si accorse che essi erano nel salotto ov'ella era stata poco prima col Re. La principessa, con un piacere maligno, avea voluto sedersi nello stesso punto, con accanto il fidanzato di Diana. A Enrica era venuta un'idea: costringere il Venosa a chieder la mano di Diana.

Oh... rispose il Venosa, agitando in aria un braccio, mio padre si meravigliò sempre, e lo disse nei crocchi, che i giudici annettessero tanta importanza a una tale deposizione... si tratta, egli diceva, di una fanciulla, paurosa, che ha veduto un uomo cadere nel precipizio... I ragguagli, da lei dati, sono molto incompiuti.... Nella et

Una mattina Diana, passando per via Toledo, avea veduto ferma la carrozza della principessa, e il Venosa che parlava, sorridente, con lei, appoggiato a una delle portiere. Egli avea promesso a Diana di sfuggire Enrica; essa lo coglieva in fallo, in brevissimo tempo.

Sebbene non le sien mancati i collaboratori! aggiunse un altro. Si è data a tempo un gran movimento! Circe cambiava gli uomini in bestie.... essa li converte in ambasciatori. Qualche volta è la medesima cosa..... Si è data a molti? No, si è lasciata prendere.... Ma il nostro Venosa vuol anch'egli destinarsi alla carriera diplomatica? Intanto, entra supplente.... il titolare c'è!