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Aggiornato: 9 giugno 2025
Il sinistro genio d'Italia vegliava però sulla sorte della tirannide, e le conservò con le sue malizie per pochi giorni ancora, quel baluardo importante che, perduto il giorno 27 maggio, avrebbe sommamente servito all'impresa dei Mille su Palermo.
Fin dalla mattina del 15 una colonna di Austriaci forte di duemila uomini era partita da Varese coll'intenzione di attaccare i legionari italiani. Garibaldi era ammalato nell'albergo della Reccaccia posto a piccola distanza da Luino sulla strada di Varese. Medici vegliava per lui. Barricata la strada al di l
La donna non gli domandava nulla. Decisa a compire sino all'estremo il suo ufficio d'infermiera ella restava le lunghe ore, accanto a lui, silenziosa, vigile, seduta in una poltrona, così immobile e così taciturna che egli dimenticava perfettamente la sua presenza. Ma ella vegliava!
Era prima del giorno, nè la legione italiana del Garibaldi dormiva; ella all'opposto vegliava facendo cosa che nè anco in mille anni la s'indovinerebbe se io non la palesassi ad un tratto: cantava la messa! Ed ecco come; appena tornata da Anagni la stanziarono nel Convento delle Convertite in prossimit
Vi furono uomini che predicarono la reazione a quei Popoli; che hanno detto loro: Voi avete interessi materiali; questi interessi sono calpestati; spetta a voi il provvedere al rimedio. Voi avete diritti: que' diritti sono violati: spetta a voi il rivendicarne il libero esercizio. A tale intento si è cospirato. Ma la tirannide vegliava; ha fatto scorrere sangue in mezzo alla cospirazione; rotolar qualche testa ai piedi dei cospiratori. Si è quindi indietreggiato; una sola probabilit
La notte poi, quando tutti dormivano in quelle lunghe file di letti bianchi che parevano tombe, ed egli solo vegliava alla luce scialba d'una lanterna, che proiettava negli angoli delle ombre paurose, sotto il grande Cristo scarno che biancheggiava in alto colle braccia lungamente stese sul fondo nero della croce, gli pareva di trovarsi vivo in un cimitero, lo coglieva un senso d'abbandono e di morte, sentiva che non era più di questo mondo.
Quella lettera dormì sotto il cuscino di Emma, ma non dormì lei, che con quel foglio sotto il capo vegliava in un letargo convulso pieno di dolci torture e di sogni fantastici. Quante volte accese il lume, decisa a rompere il suggello per deliziarsi nel mare delizioso delle cose ignote e per tanto tempo sognate. E quante volte spense la candela per resistere alla tentazione del peccato.
Sentivo nelle orecchie un rumorio di voci, uno stridìo di ferro, squille di campanelle, fischi, ma non comprendeva nulla. Non ho dormito mai, mai. Mi assopivo talvolta nell'abbandono, nella stanchezza dei nervi troppo tesi, ma l'anima vegliava, un sussulto mi scuoteva. Quanti giornali ho trascorso, quanti libri ho sfogliato? Non mi ricordo.
L'arabo non si smarrì. Aggrappandosi alle sporgenze delle pareti, aiutandosi colle mani e coi piedi, giunse a una gran fessura dalla quale veniva quel po' di luce e si trovò all'aperto in mezzo a sei o sette sepolcri sormontati da tarbusch colossali. A cento passi da lui v'era la foresta e a duecento vi erano le tende e i cammelli dei beduini. Un dongolese solo vegliava, appoggiato alla sua h
L'ampia stanza, dalle pareti di marmo prezioso, ornate di grandi scudi di bronzo e di oro, era innondata di una luce tepida, che usciva da due grandi lampade d'oro, nutrite di olii aromatici, presso le quali vegliava un bellissimo schiavo greco.
Parola Del Giorno
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