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Aggiornato: 14 giugno 2025


Vi fu un silenzio. Ero confuso, non sapevo più che dire e quasi facevo per salutare il vecchietto e andarmene. Egli si volse addietro per riporre il berrettino e l'ago su un tavolinetto. Poi uscì nel corridoio, mi prese per mano, silenziosamente, e mi condusse rimpetto, d'avanti a un'altra porticella. Si chinò a guardare pel buco della serratura e mi fece atto perchè lo imitassi. Guardai l

Non era senza perchè la mia pretensione: volevo scrutare lo spirito politico delle classi inferiori, e tutti sanno che quando s'è parlato con un barbiere si può contare d'aver parlato con mezzo mondo. Il barbiere venne. Era un barbiere dello stampo dei nostri: un vecchietto azzimato, pulito, gaio, con le mani fredde e i rasoi cattivi.

Ma la facevano misteriosa certe bianche tendine, occupanti di dentro tutto il vano e pur di dentro fermate sulle assi d'un telaio. Accostandomi alle finestre, m'avvicinavo pur al vecchietto, e procuravo di non far romore; era così assorto poverino!

Ieri questo cerbero digeriva il pranzo, trattenendosi a parlottare con un vecchietto, il quale gli faceva delle confidenze presso al casotto. Poco prima la campanella di avviso era sonata due volte un tocco solo vuol dire: ferito semplice, due vogliono dire: ferito in grave stato tre: ferito moribondo. Era stata trasportata su, alla sala delle medicature, una donna, una giovane.

Un dabben vecchietto, del quale non ci è permesso pubblicare il nome, si reca un giorno dal conte T...., un milionario tenero di cuore e notissimo per le sue largizioni a pro' degli infelici. «Illustre signor Conte, dice il vecchietto colle lacrime agli occhi: com'Ella sa, i giornali hanno aperto una soscrizione in favore di una povera famiglia derelitta.

Un vecchietto, con li occhiali d'oro più giù che a met

Il vecchietto si mise a galoppare dietro alla carrozzella con gli occhi pieni di lacrime, ansimando, chiamando: Sarrafì!... Sarrafì!... Sarrafì!... Che si dice? chiese Gaetanella Rocco a Carmela la serva, la quale passava sul marciapiedi e parlava sola, come al solito. Carmela si volse e tornò indietro.

Ero da dieci minuti presso la signora quando il vecchietto entrò tutto fremente, tutto scintillante negli occhi. Mi alzai per congedarmi. No no no diss'egli, accennandomi di rimanere. Salutò la signora, poi venne da me, serio, con le braccia aperte Addio, caro diss'egli; e mi abbracciò senz'altro.

È un'antica compagna di scuola della zia Vincenzina e venne a cercarla qui, credendo che fosse al Castelletto, E quel vecchietto che pare un ombrello in una fodera troppo grande? È suo padre, il sor Paoletto: un antico sonatore di clarinetto del teatro Regio. E come si chiamano?

E si rimise a guardare di fuori, per la vetrata. Ecco disse il vecchietto risollevato-è alla lezione. Qui si è molto severi.... La vedova ebbe un moto di dispiacere. Strinse meglio sul petto il bambino, e rimase impiedi, aspettando ancora, sperando ancora. È proprio impossibile? mormorò timidamente. Eh? fece il vecchio sicuro, impossibile. Voi siete sua madre, non è vero?

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