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Aggiornato: 4 giugno 2025


I n questo l'alto padre piú adirato V er' me ch'abbello i visi e i cuor inaspro S culpendo lor di porfido e diaspro, T olse 'l bel spirto e l'ebbe incatenato I n quelle belle membra ove soggiorno. N on fa soperbia mai, non schivo sdegno, A nzi è d'alte virtudi un vaso pregno. I l nome suo dal ciel in terra stette.

Alcuno il bronzo in cave forme spande, che liquefatto ha la fornace accesa; bùgia altri il ferro; e chi picciol, chi grande il vaso forma, che più e meno pesa: e qual bombarda e qual nomina scoppio, qual semplice cannon, qual cannon doppio;

Nessuno Imperatore fu più vaso di guerra, più cupido, o più presuntuoso di lui. Egli voleva l'impero Romano qual era sotto Augusto restituire; egli l'Armenia, la Siria, l'Etiopia, l'Egitto, non che Italia, Francia, e Inghilterra sottomettere.

Guardò intorno, e visto in un angolo un garah, sorta di vaso di terra cotta che fabbricano le donne del Kordofan, lo rovesciò e si sedette sopra incrociando le gambe alla moda dei turchi.

Approdan vele stanche al litorale, donde scendono donne nel giardino, che fa la selva tra le piante in fiore. Hanno nel viso le signore sante le soavi memorie e reca ognuna un picciol vaso di preziosa essenza. Per i viali muovono le piante senza versar dai corpi ombra veruna come di sogno molle evanescenza.

Hottelo mostrato acciò che tu e gli altri servi miei sappiate in che modo e come dovete fare sacrifizio di voi a me. Sacrifizio, dico, actuale e mentale unito insieme, come è unito el vasello con l'acqua che si presenta al Signore: ché l'acqua senza il vasello non si potrebbe presentare; el vaso senza l'acqua, portandolo, non sarebbe piacevole a lui.

Mi trovavo in piedi accomodando dei fiori in un vaso; il mio piccolo Alessio, seduto sul tappeto cantarellava colla sua vocetta tanto commovente: M'alzo col sole della mattina, mando una prece dal core a Dio. Alessio gli dissi sta zitto un momento; mi sembra di aver udito dei passi. Sar

Stava, come prima di conoscerla, lunghe ore alla finestra, con lo sguardo fisso sulla finestra opposta, ma i vetri non si aprivano, non una piega delle tende si moveva, i fiori del vaso appassivano dimenticati. Non sapeva che fare; si annoiava come non si era mai annoiato; qualunque più piccolo rumore lo faceva sperare; ma nessuno veniva.

Nel pomeriggio di quel medesimo sabato, ebbi un accesso di tristezza singolare. Era giunta la posta alla Badiola; e io e mio fratello, nella sala del bigliardo, davamo una scorsa ai giornali. Per caso mi venne sotto gli occhi il nome di Filippo Arborio, citato in una cronaca. Un turbamento subitaneo s'impadronì di me. Così un lieve urto solleva il fondiglio in un vaso chiarito.

Potessi almeno veder un'ultima volta colui che tanto amo, e poi morire. Ella si nascose la faccia fra le mani e il suo volto si inondò di lagrime. Il fragore di un vaso di fiori che si infrangeva la fece saltar in piedi. Si guardò attorno e scorse a terra un grosso ciottolo appeso al quale eravi qualche cosa di bianco.

Parola Del Giorno

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