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Aggiornato: 22 giugno 2025
Nel passo citato del Sermone manzoniano, ove si difende l'Alfieri contro i Metastasiani, è forse un'eco dei battibecchi letterarii fra il Monti ed il Foscolo: il Monti chiamò poi sacrilegio epico la traduzione alfieriana dell'Eneide, e non ebbe tutti i torti.
Quest'aria mi rinfresca; io gusto questo riposo, e mi compiaccio di ascoltare questa bella musica che si ode in lontananza. Lasciami vedere il tuo sorriso. Chi è che suona così bene la chitarra?» diss'egli in seguito; «son due strumenti oppure un'eco? È un'eco, o signore, almeno io lo credo. Ho inteso spesso questo strumento la notte, quando tutto è in calma: ma nessuno conosce chi lo suona.
Rievocò, in quel miraggio sereno del passato, gli impeti baldi, gli slanci sdegnosi verso l'ignoto e il sublime della sua prima giovinezza, e gli parve d'ascoltare come un'eco inconsueta di essi, un'eco che lo riempì insieme d'ineffabile inquietudine e di dolcissima malinconia, come a quei tempi.
Restai pensieroso, ma uno, certamente più giovine e per conseguenza più poeta di me, prese la parola e schiccherò questo bel discorsino. Come vuoi che ci trattino?... Io lassù in Francia ho letto dei giornali e tutti dicevano bene di noi e celebravano le vittorie di Garibaldi: la nostra gloria, assicuratevelo, ha avuto un'eco potente nelle nostre citt
Porgete attento l'orecchio, e ditemi se non udite un cupo rumore che viene come di sotterra, un fremito come di marea che salga, un'eco indistinta come di lavoro che scavi le fondamenta delle Potenze terrestri.
Triste! ripetette ella, come un'eco Dal giorno che vi ho conosciuto, sono stata attratta verso voi, continuamente e continuamente respinta, come innanzi a un pericolo sconosciuto. Ho intravveduto sempre, con un senso d'infinita dolcezza, l'idea di appartenervi, l'idea di avervi mio, per tutta la vita, prima come amante, poi, quando la ragione dell'et
Ma qui il notaro Ribaldella, il quale era come un'eco dell'anima del suo patrono Luciani, sovvenendo prontissimo a lui pericolante, scrisse sopra un pezzetto di carta una parola, ed umile in atto glielo porse mentre stava per finire il discorso.
La Ricevitoria se n'andò e la casa rimase vuota, muta, spalancato l'uscio, sparse le camere di trucioli e di pezzetti di carta lacerata. I miei passi svegliavano un'eco breve e vibrante. Ancora sull'usciolino d'una delle stanzucce si vedeva un'addizione; i numeri erano segnati con la matita.
Nessun grand'uomo è passato senza tragedia nella storia. Quando la catastrofe non potè livellare la sua testa alle altre colla mannaia, la sua vita sopportò tutta la contraddizione che parve mancare alla sua morte. Il presente fu per tutti i grandi uomini una carcere, donde spingevano il pensiero nel passato e nel futuro: il loro linguaggio non era quello dei discorsi loro indirizzati, la loro parola suonava come un'eco che rispondesse ad echi lontani. Sulla loro fronte, che di rado il diadema segnò del proprio peso, le rughe s'impressero ben presto; i loro occhi avevano e comunicavano l'abbarbaglio d'invisibili visioni. Invano talora i piccoli impietositi offersero loro con ingenua vanit
Vostro marito mormorò Cristina sa tutto: sa che voi avevate sposato Roberto, che ne aveste una figliuola.... Chi glielo ha detto? Gli ho venduto io il vostro segreto! Enrica udì quelle parole come in un sogno. Le detter nel cuore soltanto pochi istanti dopo che Cristina l'ebbe pronunziate: quasi ne riudisse un'eco maligna. Cercò Cristina: essa si era dileguata.
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