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Sono convenienze a cui un uomo non può sottrarsi, mormorai ipocritamente. Benissimo. E che cosa avresti detto tu, se le parti si fossero invertite? se fossi andata io a passeggio col signor Giorgio Uglio? Alzai le spalle, irritato.

Addio, egli disse, guardandomi dall'alto in basso, con un'occhiata ch'io sapeva caratteristica delle più negre ore dell'uomo. Odore di violetta, d'eliotropio, d'avventura proibita! risposi, inoltrandomi e stringendo la mano del Caccianimico. Ah ! egli fece con aria annoiata. Laura Uglio è venuta a trovar mia moglie ed è passata di qui a salutarmi. Dovreste esservi incontrati sulle scale.

A un tratto, da un gruppo d'incognite, vidi uno di questi abiti, uno di questi cappellini, farmisi incontro lentamente; e dentro l'abito e sotto il cappellaio riconobbi Laura Uglio, senza dubbio incamminata essa pure a una passeggiata inutile ma dispendiosa. Andavo dai vostri suoceri, ella disse, mentre rispondeva al mio saluto. Io ne vengo ora; stanno benissimo, e non sentono la primavera....

No, dissi. Siediti. Laura Uglio non viene in casa tua? No. Per che cosa? Perchè c'è stato fra te e lei?... che sciocchezze! esclamò Ettore, stirandosi e sorridendo d'un pessimo sorriso. Acqua passata non macina più. Vien pure in casa dei tuoi suoceri, Laura. Appunto. Ed è per questo, anzi.... , , capisco, osservò Ettore, alzandosi con un movimento rapido.

Fra i primi a uscir dalla chiesa, notai Gian Luigi Sideri, pallidissimo, coll'occhio smarrito e atono: sembrò cercare qualcuno in mezzo alla folla, si diresse verso le carrozze da nolo ad interrogare i cocchieri, e a pochi passi da me, tornò indietro, senza vedermi. Giorgio Uglio vestito a lutto, impassibile, badava a dare ordini e a sorvegliare che nulla fosse dimenticato di quanto prescriveva l'uso in tali circostanze. Angela Tintaro venne poi, maestosa e raccolta, nella sua andatura di matrona..... Quindi mio suocero, Pietro Folengo, partito la mattina da Pallanza qualche ora prima di me, si pavoneggiava in una solennit

E per levarmi d'impaccio, tentai una strada nuova. Diedi ai nostri discorsi un colore sarcastico: evitai le memorie e i fatti presenti, per raccontare vicende allegre di cui ero stato attore e spettatore: Gian Luigi capì ed accettò l'invito, e cinque giorni dopo la morte di Laura Uglio, alla nostra tavola sfilavan nomi di donne allegre, episodî amorosi d'una leggierezza aereostatica.... Il Sideri per l'occasione ricorreva alla lingua francese, narrando con una malignit

Ah, io sentiva in quell'istante come avessi amata la povera Laura Uglio, se per l'incontro d'una donna che le somigliava stranamente, io era colmo di gioia, non più capace di vincere i bizzarri impeti del mio cuore! Non avevo amata che lei, checchè ne dicesse Gian Luigi; e non mi pareva possibile una resistenza in Marta Giustiniani. Perchè non si chiama Laura? domandai curiosamente a Marta.

Tornai per l'ora della colazione, ancora cullandomi nella lancia graziosamente battuta alla prora da un soffio d'aria benigno.... Laura Uglio mi amava, e a tutto il resto avrei pensato io.... Sul terrazzo della villa Folengo, Lidia mi aspettava. Hanno portato un telegramma per te, ella mi annunciò dall'alto, quando fui presso la darsena.

A quella festa, la presenza di Giorgio Uglio mi stupì non poco. Bell'uomo, Giorgio Uglio, dalle membra flessibili per assidui esercizî di scherma; un po' vano, così da meritarsi il soprannome di uomo-camelia che il Caccianimico gli aveva dato a indicar la sua fatua eleganza.

Sei stato in casa Uglio? Giorni sono. Hai invitata Laura a far visita alla tua signora? Non ne valeva la pena. È ammalatissima povera donna. Pare anche a te?... Io la vedo perduta, concluse Ettore con indifferenza, mentre se ne andava. Perduta! Non era dunque un' esagerazione della mia fantasia? Ma allora, che valeva il rispetto umano?