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Aggiornato: 10 maggio 2025
Ah, io temo che ella non mi ami! Davvero? Oh povero amico! Ma senti! il mio Epidico t'ha fatto servizio; vuoi che ti faccia servizio l'autore? Ne entro a lei, e.... No, non incomodarti, non c'è bisogno. Aah!... Al fratello dunque? L'ho lasciato nel Foro, dove siamo scesi, tornando da Tuscolo; appena e' torni in casa, ti servo. No, per amor del cielo!
Il potere patrizio passò invece, dopo il 1012, ai conti di Tuscolo, i quali seppero farsi arbitri del potere temporale del Pontefice e della stessa Santa Sede. Così nella storia dello Stato pontificio Nomentum è classica per essere stata sede di una antichissima stirpe ribelle al potere dei Papi.
Riso che tu hai dimenticato stamane, tornando da Tuscolo. Ah, gli è vero, Tito Maccio, e tu mi riprendi a ragione di questa mia sfuriata. Ma se mi fanno uscire ad ogni tratto dai gangheri! Basta, siam gravi e pacati; non è egli vero, Erennio? Qui non bisogna avvilire la dignit
Molti dei nobili, e segnatamente il conte di Tuscolo e quel di Galeria, con grande parte di popolo e di clero, mal sentirono questa elezione senza assenso dell'imperatore. Gli mandarono ambasceria perciò, con una corona d'oro ed il titolo di patrizio di Roma, pregandolo di dar loro un pontefice. In Basilea si accolse concilio numeroso, che dichiarò erronei, ed abolì i canoni di Niccolò II, come contrari alle constituzioni dell'impero teutonico ed ai decreti del concilio di Laterano di Leone VIII, ed elesse Cadolo, vescovo di Parma, col nome di Onorio II. Ildebrando, cui Niccolò aveva elevato ad arcidiacono della Chiesa ed Alessandro a cancelliere, con facolt
Valerio, l'elegante Valerio, innamorato della nostra Fulvia, di quella campagnuola, che, due mesi or sono, non era anche uscita da Tuscolo! Ma!... così è. Catoneggia, sia detto con tua licenza, o Claudia, catoneggia Valerio, console e patrizio; catoneggia Valerio, tribuno e plebeo. Ora, tra i varii modi di catoneggiare, c'è quello di corteggiar la sorella del Tuscolano.
Alla morte di Stefano, il conte di Tuscolo briga pel vescovo di Velletri, uomo bestiale e caparbio e delle sacerdotali discipline ignorantissimo, e lo fa ungere col nome di Benedetto X. Ma Ildebrando si reca tosto in Germania, e l'imperatore Enrico, a consiglio di lui, sceglie Niccolò II.
I sessanta che governavano Arezzo, saputo del suo arrivo, deputarono quattro dei maggiori a muovergli incontro sulla via di Firenze e gli fecero accoglienze così schiettamente amorevoli, che avrebbero reso invidioso un trionfatore, tornato pur mo' dagli splendori del Campidoglio, per ricondursi a più semplici dimostrazioni di gioia, a Tuscolo, a Lanuvio, ad Arpino.
L'origine di questa famiglia è incerta: Sembra però che essa discenda da quei conti di Tuscolo, che erano potenti in Roma nel X secolo. Secondo questa ipotesi, il capostipite dei Colonna sarebbe il margravio Alberico, marito della famosa Marozia, morto nel 924, cinque discendenti del quale, quasi l'un dopo l'altro, occuparono il seggio di S. Pietro. Tuttavia il nome dei Colonna non appare la prima volta che ai primi del secolo XII, con Pietro Colonna, di cui ho parlato. In questo primo periodo noi li vediamo nominare gi
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