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Aggiornato: 28 giugno 2025


TRINCA. Non dicevate cosí allora, che, se non conseguivate la vostra Cleria, volevate andar disperso per il mondo o ammazzarvi con le vostre mani, e mi stavate con le ginocchia in terra pregandomi; e or non vi ricordate, che con le mie astuzie vi ho posto a cavallo. ATTILIO. Anzi su un asino per esser scopato per tutto il mondo. TRINCA. Pacienza. ATTILIO. Orsú, che faremo per uscir di travaglio?

TRASIMACO. Dico di certe sue virtú illustri. TRINCA. , , ch'era un gran musico... TRASIMACO. Come musico? TRINCA.

Figlio, era mia intenzione darvi piacere e non disgusto. TRINCA. Padrona, andate su e non fate penar vostro marito in aspettarvi. Ecco il compagno dell'allegrezze e de gli affanni vostri. EROTICO. Attilio mio, che rammarichi son i tuoi? Qual grave accidente ti tien l'animo cosí occupato, che t'ha trafigurato il sembiante? Voi tacete? forse non è cosí grave il dolor vostro?

TRASIMACO. Fur piú di cento, ti dico. TRINCA. Non piú di uno, canchero! ti dico. TRASIMACO. Cento cancheri, ti dico io. TRINCA. Chi lo può saper meglio di me, che vi fui presente, e l'ho visto con questi occhi? TRASIMACO. Chi lo può saper meglio di me, che ho patito le maladette bòtte su le braccia, sul collo e su le spalle, che andavano tutte a pieno, e parea che cadessero dal cielo?

Dimandagli che camino han fatto per venire in Italia. TRINCA. Ossasando nequet, nequet poter levar cosir Italia? TURCO. Sachina busumbasce agrirse. TRINCA. Dice che son venuti per mare, e non passati per Vineggia. PARDO. O Dio, che umori stravaganti sono negli uomini! Che cosa ha spinto colui a dirmi cosí gran bugia, che sia stato a Vineggia, e portarmi una lettera di mano di mia moglie?

TRINCA. Vostro padre v'è cosí da presso, che vi vede. Andate su e, poiché sète accordati in parole, accordatevi in fatti: informatela bene del negozio e fatecelo toccar con mano. PARDO vecchio, TRINCA. PARDO. Trinca, dove è Attilio? TRINCA. A casa; e stimo ch'abbia una gran facenda per le mani.

ATTILIO. L'esser scoverta mia sorella ha rotto tutti i miei e vostri disegni. EROTICO. Parlate troppo confuso, distinguete, troppo gran cose dite in brevi parole. ATTILIO. Il mio male è di perversa sorte, che l'animo s'inorridisce di spavento e la lingua non basta manifestarlo. EROTICO. Dillomi tu, Trinca.

Vo' perdonargli; e come soglio vincer tutti, cosí vo' vincere me stesso. Viva, viva! e io insieme con lui. A dio. TRINCA. A dio. Non ho visto poltron simile a costui, a giorni miei. CONSTANZA vecchia, sola. CONSTANZA. Io non posso se non infinitamente ringraziare Idio, poiché egli infinitamente m'ha favorito.

TRINCA.

TRINCA. Non fu piú di un solo. TRASIMACO. Come? se mi sentiva piú legni addosso che non ha un bosco; e dove mi voltava, non vedeva altro che bastoni e cielo, e mi pareva che tutte le legne del mondo si fussero congiurate contro le mie spalle. TRINCA. Non fu piú di un solo, ti dico.

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