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Aggiornato: 3 giugno 2025


sempre mi stanno innanzi, e non indarno, che' l'imagine lor vie piu` m'asciuga che 'l male ond'io nel volto mi discarno. La rigida giustizia che mi fruga tragge cagion del loco ov'io peccai a metter piu` li miei sospiri in fuga. Ivi e` Romena, la` dov'io falsai la lega suggellata del Batista; per ch'io il corpo su` arso lasciai.

parla, e sempre indarno; alta paura Tragge gli stuoli a più poter fugati; Parte disperde il piè per la pianura, Parte vanno a trovar gli ampi steccati: Ed allora animosi oltra misura Lor sono al tergo i Rodiani armati; Quivi pur volto a ritentar contrasto Dicea Giassarte al sagittario Alcasto: XIV

Qual s'avvien, che Vulcan selva divori, Quando fra l'arse piante Austro discende; Mirasi il ciel sotto i dispersi ardori, Ch'orribile a veder, lunge risplende; Tal da l'armi dorate aurei splendori Il sol quì tragge, e così l'aria accende, Che fiammeggiavan di volanti lampi Le rive, i colli, le foreste e i campi.

POPPEA Non la beltá per certo; ognor la mia prevalse agli occhi di Nerone: io temo il finto amor, la finta sua dolcezza; l'arti temo di Seneca, e sue grida; e della plebe gl'impeti; e i rimorsi dello stesso Nerone. TIGEL. Ei da gran tempo t'ama, e tu nol conosci? Il suo rimorso è il nuocer poco. Or, credi, a piú compiuta vendetta ei tragge Ottavia in Roma.

Al santo amplesso, Che in una morte e in un amor vi serra, Tragge Italia gli auspicî. Il brando ha cesso A la guaína, e cinta Sol di virtù suoi baluardi atterra. Regna Amor l'alme, Amor varca gli abissi, Penetra il mar: cade al suo soffio estinta L'ira dai petti; e, al pari Che nei confusi mari Vedi gl'istmi cader squarciati e scissi,

Pistoia in pria d’i Neri si dimagra; poi Fiorenza rinova gente e modi. Tragge Marte vapor di Val di Magra ch’è di torbidi nuvoli involuto; e con tempesta impetüosa e agra sovra Campo Picen fia combattuto; ond’ ei repente spezzer

Dianzi venimmo, innanzi a voi un poco, per altra via, che fu si` aspra e forte, che lo salire omai ne parra` gioco>>. L'anime, che si fuor di me accorte, per lo spirare, ch'i' era ancor vivo, maravigliando diventaro smorte. E come a messagger che porta ulivo tragge la gente per udir novelle, e di calcar nessun si mostra schivo,

Dalla mia spoglia uscita Or batto l'agil volo, Non in un angol solo Del ciel, com'io credea, Ma vezzeggiata idea Dovunque il tuo pensier mi cerca e brama. Nel Dio che a mi chiama, Che in ogni stella splende, Lo spirito si accende Della mia vita corta: Seco mi tragge e porta Ovunque il tuo pensier erra e riposa.

Tempo vegg’ io, non molto dopo ancoi, che tragge un altro Carlo fuor di Francia, per far conoscer meglio e e ’ suoi. Sanz’ arme n’esce e solo con la lancia con la qual giostrò Giuda, e quella ponta , ch’a Fiorenza fa scoppiar la pancia. Quindi non terra, ma peccato e onta guadagner

Chiudansi a posta lor questi occhi; omai Il viver di qua giù lieto abbandono; E se poco potei, se poco oprai, Folco, in servigio tuo, cheggio perdono. Poscia cedendo de le piaghe a' guai Fornì del suo parlar l'ultimo suono, Ed agghiacciando il sangue in ogni vena Tragge un lento sospir, ch'a morte il mena.

Parola Del Giorno

branchetti

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