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MANGONE. Or che avete voglia di schiavi: farete che non desini questa mattina per star sollecito al vostro fatto. Vedrò che si fa in casa, e poi tornerò al Molo. FORCA. Noi avemo il bisogno: ecco le vesti per vestirsi da raguseo; ecco quelle per lo schiavo, son ricche e pompose: almeno, se non per la persona, lo torrá per le vesti. Ecco i barilotti, i formaggi e i confetti.

LIMA. Ma poiché sète patti e contenti, ricevete l'un dall'altro il premio di tanto amore. GIACOMINO. Ma perché trattengo me stesso, dove la voglia mi sferza e mi sospinge? CAPPIO. A me par sciocchezza perdere il tempo in belle parole, che si potrebbe spendere in uso piú desiato e gradito: avete poco di tempo, e quel poco che avete ve lo torrá il ritorno del mastro or ora.

E se la mia ragion non ti disfama, vedrai Beatrice, ed ella pienamente ti torra` questa e ciascun'altra brama. Procaccia pur che tosto sieno spente, come son gia` le due, le cinque piaghe, che si richiudon per esser dolente>>. Com'io voleva dicer 'Tu m'appaghe', vidimi giunto in su l'altro girone, si` che tacer mi fer le luci vaghe.

Certo, che ecco la sua balia: che mi torrá fatica di mandarla a chiamare perché accompagni in qua Lelia. CLEMENZIA balia e VIRGINIO vecchio. CLEMENZIA. Io non so quel che si vorrá indovinare che tutte le mie galline hanno fatto, questa mattina, fatto il cicalare che pareva che mi volesser metter la casa a romore o arricchirmi d'uova.

GERASTO. Ah, furfanti! NARTICOFORO. Ah, poltronacci! PANTALEONE. ¡Teneos, teneos! GERASTO. Orsú, la rabbia l'abbiamo sfogata con costoro. NARTICOFORO. bene; ma io exoptava dilucidarmi del vostro fatto. GERASTO. Ecco, sia lodato Iddio, chi ci torrá d'ogni dubbio. NARTICOFORO. Ecco chi ne può dilucidar del tutto. Eccomi incappato nella rete che ho teso.

Noi aggirammo a tondo quella strada, parlando piu` assai ch'i' non ridico; venimmo al punto dove si digrada: quivi trovammo Pluto, il gran nemico. Inferno: Canto VII <<Pape Satan, pape Satan aleppe!>>, comincio` Pluto con la voce chioccia; e quel savio gentil, che tutto seppe, disse per confortarmi: <<Non ti noccia la tua paura; che', poder ch'elli abbia, non ci torra` lo scender questa roccia>>.

SANTINA. Io con men di cento. GERASTO. Io con men di cinquanta. SANTINA. Io con men.... GERASTO. Lasciami finir di parlar, se vuoi. Colui se la torrá nuda. SANTINA. Questo mio gli fará la sovradote. GERASTO. Il mio gli dará cento ducati di piú. SANTINA. Il mio, dugento. GERASTO. Il mio.... SANTINA. Anzi il mio.... GERASTO. Tu non sai che voglio dire, e passi innanzi.

PANIMBOLO. Bisogna far presto, ché don Ignazio è d'ingegno destro e vigilante: se non si previene con prestezza, si torrá Carizia. «Chi non fa conto del tempo perde le fatiche e le speranze dell'effetto». DON FLAMINIO. Or mi par ogni indugio una gran lunghezza di tempo: s'avesse le podagre, saria venuto.

DON FLAMINIO. Chi m'ha da tôr Callidora me la torrá per la punta della spada! DON IGNAZIO. Grida come se fusse ingiuriato e non avesse ingiuriato altri. Ma se m'hai vinto con le forfantarie, non mi vincerai con l'armi; e vedremo se saprai cosí menar le mani come ordir tradimenti.

E se la mia ragion non ti disfama, vedrai Beatrice, ed ella pienamente ti torra` questa e ciascun'altra brama. Procaccia pur che tosto sieno spente, come son gia` le due, le cinque piaghe, che si richiudon per esser dolente>>. Com'io voleva dicer 'Tu m'appaghe', vidimi giunto in su l'altro girone, si` che tacer mi fer le luci vaghe.