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Montai nuovamente a cavallo, per continuare il mio cammino, quando il sole al tramonto tingeva con le sue più belle tinte i monti di Arpino. Dal monastero al confine napoletano non v'è più di un'ora di strada. Fa sempre un particolare piacere trovarsi in un paese di confine. L

Spirava una fresca brezza mattutina, il cielo era sereno, l'aurora tingeva i monti d'un roseo dorato. Il sorriso della natura mi faceva male. Avevo in saccoccia la chiave di casa, entrai come un ladro, penetrando con precauzioni infinite nella mia stanza per non essere sorpreso in quello stato miserevole dalla Rosa.

L'oriente si tingeva dell'incarnato e dell'arancio dell'aurora: era un cantuccio di luminosa accensione nel cielo limpido, d'un azzurro argentato, sotto alla cui volta si disegnavano netti, tutti in giro, i contorni bruni dei monti. Per la campagna fresca, luccicante dalla guazza, esalante acri profumi di stoppie umide nelle quali dormivano la masse nere dei boschetti, e de' gruppi d'alberi, e le casette biancicanti tra 'l verde delle vigne come macchie di calce intrisa, una pace, una tranquillit

La diva a Borghignano faceva furore: tutti ne parlavano, tutti la lodavano, erano tutti innamorati di lei. La Direzione del teatro, composta di membri molto maturi, si tingeva capelli e barba due volte al giorno; il Presidente, che secondo le sue abitudini sperava molto, faceva la doccia; i due Lastafarda si esercitavano a parlar francese; Gianni Rebaldi faceva provviste di sigarette nel camerino della diva, e regalava all'Assunta i dolci che rubava ai bambini della Bertù. Il Toscolano le offriva Adamastor se voleva far passeggiate, e aveva grandi misteri col brumista che la conduceva tutte le sere da casa al teatro e viceversa. L'Assunta era fermata per istrada dai molti curiosi che volevano sapere gli anni della sua padrona e se era un'americana davvero e se i capelli che portava in scena erano tutti suoi. Fra il palcone degli ufficiali e la barcaccia dei nobili cominciò una fiera rivalit

Andò alla finestra e restò un momento a respirare l'aria, perchè si sentiva un peso sul petto, e stentava molto a tirare il fiato. Il tempo pareva nuovamente sul cambiare. Un vento forte spazzava le nubi e il sole mattutino tingeva il cielo di rosa. Alcuni contadini ritornavano alle loro case, la testa bassa, le braccia penzoloni. Altri continuavano a girare pei campi, all'impazzata.

Giunto però ai sessant'anni, molto ben conservato, con tutti i suoi capelli che non tingeva, con tutti i suoi denti, che eran proprio suoi; aveva pensato che, non avendo nipoti, cugini, altri parenti lontani che portassero il suo nome, avrebbe dovuto prender moglie e avere un erede, che non lasciasse morire il nome e il blasone dei marchesi di Acquafredda.

Ma risorta dal mar l'alba celeste Tingeva di rossor l'aure serene Quando le membra il Cavalier riveste Di vigore immortal tutto ripiene; più lento di lui le ciglia ha deste Folco, ma ratto a salutarlo viene, E come su la soglia ha posto il piede, Fattolo franco, e che passeggia ei vede.

Era una bellissima giornata, una di quelle giornate che fanno nascere nell'anima dei poveri condannati al lavoro quotidiano, il desiderio di una modesta entrata e di una carrozza per uscirsene alla campagna. Il cielo limpido, trasparente, rasserenava lo spirito e tingeva d'azzurro i pensieri; l'aria fresca del mare temperava la vampa del sole e ristorava i polmoni.