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Aggiornato: 12 giugno 2025
Brancato si lasciò cadere colla persona nella seggiola e veduto Cipriano imitarlo continuò: Davvero, maestro. Solenne è il dovere che vado a compiere fuor della valle. Che volete? non lo contesto, mi si squarcia il cuore nel dir addio a' miei monti, al mio paese, al mare che dal terrazzo scorgo ed ammiro... nel separarmi da un'angelica fanciulla... timore e rispetto per voi, dottore, per l'et
Il più bel gruppo è quello dei tre Laghi del Basto, distanti appena 500 m. tra loro, ma con sponde rocciose, talvolta a picco e sempre malagevoli da percorrere; sulla sponda est del lago inferiore crescono ancora bei larici, mentre attorno a quello superiore non vive pianta legnosa, se non qualche piccolo rododendro; il bacino piano a meriggio ed il terrazzo orientale sono però coperti da erba.
Un portichetto, a quattro o cinque colonne, sporge sul melanconico terrazzo: l'erba cresce sui sentieruzzi, segnati solo da qualche gentile orma di piede piccino che va ad una siepe di lamponi: un fusto di colonnina col capitello sorge a vetustissima memoria: una vasca d'acqua nel bacino immoto e nerastro riflette le foglione di una zucca: i ragni tessono i loro fili d'argento.
Intanto che tutt'assorto nella contemplazione di due gelosie verdi, carezzavo una dolce speranza col pensiero, il capitano, forse ispirato da Dio, ordina al mio tenente di prendere con sè quattro o cinque uomini e di occupare proprio la villetta dalle gelosie verdi, che per trovarsi in una spianata elevata sul declivio, dominava dal suo terrazzo una buona parte del fiume.
«Che cosa conta essere ricchi, se con i denari non si può avere quanto si desidera? sospirò, mettendosi a sedere nel salottino aperto su 'l terrazzo. Le caddero gli occhi su la lettera della zia, posata sopra il tavolino. «Sono io ancora ricca? chiese a sè stessa, ricordando quanto la zia scriveva.
Silenzioso come uno spettro scivolai per la lunga scala, attraversai il giardino e uscii, fingendo di non udir la voce di Giuseppe che dall'alto del terrazzo mi richiamava per la cena. Laggiù trovai la stradicciuola gi
Siamo in villa, sul lago di Como. Potevano essere le otto d'un bel giorno di settembre. Il notaio faceva il suo solito sonnetto del dopo pranzo. La signora Eugenia era salita a trovare la cameriera, che s'era messa a letto con un febbrone. Elisa era uscita sul terrazzo, che dava sul lago, e stava l
Intravidi confusamente il biancheggiare di un letto in mezzo a due alte librerie di stile severo. Lì accanto si apriva una specie di terrazzo coperto dove stavano riunite le memorie dei suoi viaggi: curiosit
Perchè no? Se non dubita di nulla.... Io non so.... Come?! Si alza nervosa, agitata. Non so, non so più nulla, non capisco più nulla.... Si arresta in ascolto. Una carrozza. Corre sul terrazzo, guarda in istrada e ritorna rapidamente. È lui. Si avvia per uscire a sinistra. Ve ne andate?! Ah, sì! Non lo vedrò se non dopo che avr
Qualche volta spingevasi oltre le ultime case del paese fino a uno scoglio, su cui sorgeva un modesto caffè detto dell'Aurora che dava con un terrazzo direttamente sul mare. La sora Cecchina, quando lo vedeva comparire, metteva a scaldare l'acqua del tè e mandavagli incontro Sabinetta, una sua bambina di undici anni, che aveva trovato nel signor Ezio il suo angelo ausiliario.
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