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Aggiornato: 17 maggio 2025


»Sull'imbrunire di una tepida giornata, il conte mi offerse il suo braccio per accompagnarmi ad una passeggiata in giardino. Mi opposi dapprima, quasi presaga del pericolo poi cedetti alle insistenze di mio marito, che promise raggiungerci. Il marchese era predestinato!

E trasalì: la faccia odiosa del Kloss, il ghigno del Kloss, il Kloss sudicio, sfacciato, prepotente, gli apparve, saltellante, sghignazzante, come un padrone, in quella cameretta tepida, odorosa. Venga!... Venga!... Nora ritta, seduta sul letto, gli stendeva la mano.

Quella ragazza così fiorente e bianca e rosea nel candor verginale, quella bellissima fanciulla bionda che lo guardava arrossendo, timidamente, e che timidamente arrossendo, pareva innamorarsi, gli recava tra mezzo i brividi occulti della passione, gli incanti più dolci e più soavi.... come un vago risveglio, un rifiorir gentile, come l'aura tepida, olezzante che annunzia il ritorno di una nuova primavera.

Il sole era appena tramontato, ma l'occidente era ancora pieno di luce; spirava una brezza tepida e soave. Gli uomini fumavano; le signore contemplavano il cielo lontano e il mare tranquillo; due sposi si guardavano teneramente negli occhi. Qualcheduno ebbe la malaugurata idea di parlare d'un sinistro marittimo successo pochi giorni prima nella Manica.

La vedeva ancora, nella carrozza che procedeva lentamente per l'erta, accanto a un'altra dama, incrociare un rapido sguardo col suo. Egli n'era rimasto stordito. Come era bianca, pallida, stanca! Che diceva lo sguardo? E l'aveva riveduta, la sera stessa, qualche ora dopo, alla Casa di salute dove un dottore amico lo persuadeva a curare con un po' d'acqua tepida sulle spalle il male dell'anima.

Chiesi dove fosse Marienstein e andai a passeggiare da un'altra parte, verso il Parkhaus, col desiderio di tornar nel bosco che avevo attraversato insieme a miss Yves, di star con lei come potevo. Il cielo era grigio, l'aria quieta e tepida.

Venisse! che cosa importava a lei? Dal salotto, aperto a l'aria tepida di primavera, venivano le voci sommesse della zia, delle signore Zolli e del signor Svarzi; voci monotone, senza intonazione, senza variet

In casa non mancava nulla; il marito consegnava alla moglie tutta la sua settimana e non spendeva un soldo all'osteria; dicendo che se la sera si sentiva voglia di bere un bicchiere di vino, preferiva di berlo in casa, nella sua cameretta tepida e ben illuminata, avendo accanto la moglie e la figlia, che lo rallegrava col raccontargli i fatti e gli avvenimenti della scuola, e colle sue allegre risate.

Che farò senza Euridice? In quella luce dorata e tepida, in quel profumo così molle, in mezzo a tutti quegli oggetti improntati di grazia femminile, il fantasma della melodia antica pareva svegliare il palpito d'una vita segreta, spandere l'ombra d'un non so che mistero. Com'è bella l'aria che tu cantavi dianzi! io dissi, obbedendo all'impulso che mi veniva dalla inquietudine.

Si passava la mano sulla fronte e lo paragonava a «un temporale», a «una notte buia», a «una tempesta». Fu l'uragano dei sensi che gli fece recidere la gola alla padrona ch'egli serviva come cocchiere a Ferrara. Egli la voleva o viva o morta. E se la baciò durante il «temporale» tepida ancora di vita, con gli occhi spalancati che pareva una strega.

Parola Del Giorno

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