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Aggiornato: 25 giugno 2025
E voi, signore, da chi la tenete, voi? Questa dimanda, forse inattesa perchè audace nella bocca di un subalterno che parla al suo superiore, turbò Don Lelio. Don Lelio era paglietta. Egli aveva avuto non so che baruffa con la polizia, a causa di un processo di ladri, nel quale egli era risultato un po' manutengolo.
Ma, signore, le avete lette voi, quelle scritte? Sì. Allora, voi vi fate complice di una estorsione, di un adulterio, di una sostituzione, di un furto, di una prostituzione... che so ancora? voi tenete il sacco a coloro che rubano. Signore, i due re ed i loro ministri sono stati infami; il duca di Balbek forse il meno colpevole è stato infame anche egli.
Sei mila franchi sono una miseria anche a Milano. Ah, ah! Avete delle idee in grande, voi. Voi ci tenete ad essere solo? Perchè questa domanda? Ponete che io sia gi
Alle parole del vostro Messaggio, il COMITATO NAZIONALE ITALIANO ha contrapposto la protesta che precede queste mie pagine . La vostra maggioranza, signore, ha cercato soffocarla tacendone. Dai popoli ai quali voi tenete la spada di Brenno alla gola, essa non accetta che petizioni.
Vi fermate a lungo? domandò ella a Perez, col quale procedeva ora avanti. Non tanto quanto vorrei. Debbo purtroppo tornare alla scuola. Tenete compagnia al vostro amico, soggiunse; poi, dopo una breve pausa, con voce più bassa ma con più calore d'accento: Ne ha bisogno.
DON IGNAZIO. Dite di grazia, non mi tenete piú sospeso. DON FLAMINIO. Giá è conchiuso il vostro matrimonio. DON IGNAZIO. Con la figlia del conte de Tricarico? DON FLAMINIO. Giá è contento darvi i quarantamilla ducati di dote e ha fermati i capitoli purché l'andiate a sposar per questa sera.
El par che voi veggiate, se ben odo, dinanzi quel che ’l tempo seco adduce, e nel presente tenete altro modo». «Noi veggiam, come quei c’ha mala luce, le cose», disse, «che ne son lontano; cotanto ancor ne splende il sommo duce. Quando s’appressano o son, tutto è vano nostro intelletto; e s’altri non ci apporta, nulla sapem di vostro stato umano.
Vicenzella guardava in su verso il Gigante, con la faccia bruna, di un bruno affocato di rosso, dove non compariva sorriso. Vice' disse Aniello, il marinaio, dammi un carboncino per accendere la pipa. Tenete, tata, fece Vicenzella, sollevando la pignatta.
Ditemi, innanzi tutto, come sta quella donna che voi tenete prigioniera. Essa mi interessa qualche poco. Non mi curerò di lei per tre giorni, rispose Notis stizzito. Ma dopo, oh la vedremo chi di noi due la vincer
CLEMENZIA. Perché la tenete, tutto questo anno, in su le pratiche di volerla o di non volerla? GHERARDO. Che! Pensasi Lelia che rimanga da me, adunque? S'io non sollecito ogni dí suo padre, se non è la maggior voglia ch'io abbi al mondo, s'io non volesse che si facesse piú presto oggi che domane, che tu mi vegga, fra pochi dí, sovr'una bara. CLEMENZIA. E questo non mancará, se a Dio piace.
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