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Aggiornato: 22 luglio 2025
Io non sarò vittima di nessuno e di nulla se tu non mi abbandoni; e una tua parola, una tua parola affettuosa, un tuo bacio, una mezz’ora della tua presenza potranno farmi sopportare allegramente tutti i guai che tu temi, tutte le conseguenze che prevedi. Fabrizio È inutile: non mi convinci. Margherita Io ti risparmierò qualunque imbarazzo, qualunque noia, qualunque fastidio.... Fabrizio
Perchè guardi da quella porta? Di chi temi? Chi aspetti? Oh sei crudele! Ebbene va. Non voglio cercare altro. Mi ami, mi basta, perchè me lo dicesti se non fosse vero? Hai ragione, non sarei più padrone di me. Vieni... io t'accompagno fino alla tua carrozza. Ah! La tua carrozza... non l'ho veduta dabbasso. Perchè l'hai rimandata? Non io. Non tu? E chi? Chi ha rimandato la tua carrozza?
Ma Trasideo dal sostenuto affanno Alza alquanto per via gli occhi dolenti. Ravvisa i buon scudier, che 'n braccio l'hanno, E dicea lor con interrotti accenti: Or come è, che da l'armi io vo lontano? Più nulla in guerra ha da sperar mia mano? Dimmi: son forse giunti i dì supremi? E trascorre Ottoman dentro le mura? Nò; Codro rispondea: soverchio temi; Pugnano i cavalieri; Rodi è sicura.
E non volle o non seppe tacerlo a sua sorella allorchè ella gli corse incontro trepida, ansiosa, e vedendolo con la cera stravolta balbettò sbigottita: Dio mio, tu m'annunzi qualche disgrazia. Non quella che temi egli rispose con un sorriso pieno d'amarezza. Che cosa dunque? Ascoltami, Fortunata, ascoltami fin che c'è tempo. Se il consenso di Leonardo fosse una disgrazia peggiore del suo rifiuto?
.... Piccola donna, forse meglio è morire in questa Primavera molle, pria che ti renda a te straniera quello che temi più della tua morte. Piccola donna, forse ti è dolce chiuder dietro a te le porte del silenzio e dell’ombra
Intorno alle quali vorrei pur dire alcun che, tanto per levare l'appiglio ad una riprensione che mi potrebbe esser fatta, del non sapere io uscire a cercare le mie inspirazioni e i miei temi fuori di porta Pila, o di porta Lanterna. Ecco il secondo romanzo, e, contando gli altri in corso di stampa, il quarto che s'è allogato tra le mura di Genova. Ora, è tutta in Genova la vita italiana?
119 Non poté, ancor che Zerbin fosse irato, tener, vedendo quella vecchia, il riso; che gli parea dal giovenile ornato troppo diverso il brutto antiquo viso; ed a Marfisa, che le venìa a lato, disse: Guerrier, tu sei pien d'ogni aviso, che damigella di tal sorte guidi, che non temi trovar chi te la invidi.
È il vento, dicevi, è il vento che stormisce nella frappa; mormorò allora Spinello. Di che temi tu dunque? Ma lui, a quest'ora dov'è? Non so; rispose Fiordalisa; forse ancora in citt
Quella esitazione avvelenava la mia gioia. Scorgevo in lui, adesso, quello che prima non vi era mai stato, cioè una titubanza continua, una inquietudine che non arrivava a reprimere. Di che temi? gli chiedevo, guardandolo negli occhi. Di nulla, cara mi rispondeva, guardando in su, per isfuggire alle mie indagini. E mi ami, mi ami?
Che? tu chini la fronte? arrossisci? premi al seno il più piccino, non per impeto d'affetto, ma per celare il turbamento del viso? Suvvia, sta ferma: che temi? Dio non v'è, o non cura, o perdoner
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