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Aggiornato: 17 giugno 2025
Era un bel pezzo d'uomo alto e tarchiato, con due baffi grigi e monumentali, appuntati alla soldatesca, e che disgraziatamente avevano preceduto l'istituzione della guardia nazionale. Un vero peccato! Del resto, il marchese era tagliato alla buona. Aveva modi affabili, non disgiunti dall'alterezza del gentiluomo e divideva onestamente il suo tabacco tra il naso e lo sparato della camicia.
Alto di statura e tarchiato, ogni sua sembianza, ogni suo moto avea l'impronta della forza, ed egli era veramente d'una robustezza straordinaria.
Un omicciattolo corputo, tarchiato, volgare all'aspetto e al portamento, entrò subito nella camera del suo signore. Era il suo cameriere, e più che servo, consigliero e amico; il solo della casa che avesse licenza di penetrare negl'intimi appartamenti del padrone; e sapeva tenerlo codesto suo privilegio: era, se volete, il Mefistofele dell'Illustrissimo.
Anche il signor curato cominciava a sperare.... Sono stato adesso a chiamarlo. Ah! Baccio, Baccio, la muore!.... E proseguì verso il villaggio brancolando. Era un giovane sui trent'anni, alto e tarchiato. Egli aveva detto quelle parole con accento di così profonda desolazione, che me ne sentivo tutto atterrato.
Una casa, di modesta e pulita apparenza, chiudeva verso monte la piccola piazza della chiesa, ed in quella entrarono. Giaimo, Giaimo! Così gridò un fanciullino che baloccava sulla porta, ed intanto corse incontro al genitore ed alla sorella. Il chiamato apparve: era uomo tarchiato e di atletiche forme, con barba nera e lunga, calvo, in giubba. Oh Bizco, ben tornato! E voi, nipotina?
Prima del 5 maggio partivano da Genova due giovani con destinazione alla Trinacria. L'uno bellissimo e castagno di capigliatura, apparteneva a nobile famiglia dell'isola; l'altro avea la bellezza del plebeo meridionale, con una capigliatura d'ebano, un volto regolare ma bronzato, tarchiato e robustissimo.
Era piccolo, tarchiato, con una grossa testa, un naso rigonfio e rossastro, in mezzo a un faccione, esilarato da un largo e perpetuo sorriso: nella fisonomia aperta si leggeva una grande astuzia, temperata da una sincera bonomia.
Non lo ha veduto ancora mai; ma comprende che è lui, che deve essere lui, che non può essere che lui; un uomo molto grasso, tarchiato, con una faccia molto ampia, pingue, grandi mustacchi, pizzo, giganteschi stivaloni di cuoio giallo, muniti di enormi speroni di argento, larghe uose di velluto marrone, un enorme mantello di velluto con grandi bottoni di argento; un cappellone enorme, di panno finissimo, con gigantesche piume, una larga fascia attorno ai fianchi, dalla quale pende una grande pistola, ed il cavallo magnificamente bardato.
Il brigadiere che aveva in consegna le stie, era un uomo tarchiato con una faccia da simpaticone. Quando gli si diceva di essere buono e di provvedere gli assetati di un fiasco d'acqua, andava sulle furie dicendo che non voleva essere buono. I buoni non facevano carriera e lui era gi
E l'osservai infatti, in quei pochi minuti, attentissimamente; ma non potei vederlo bene che più tardi perchè il lume non gli batteva sul viso. È di statura media, leggermente curvo, tarchiato. Ha la testa grossa, ma ben fatta; fronte vasta, collo di toro, spalle larghe, mani corte e grosse, e una carnagione rossigna da cui traspira la salute e la forza. Tutta la sua persona ha qualcosa di poderoso e d'atletico, come il suo genio. Ha i capelli irti e fitti, la barba intera e corta, bianchissima; gli occhi lunghi e stretti, un po' obliqui, come i fauni; il che d
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