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Aggiornato: 24 giugno 2025


Una camera destinata alle galanterie e agli affari. Due porte laterali. Una finestra alla parete di fondo. Molta eleganza civettuola. Seggiole a sdraio, soffici divani, cuscini larghi e morbidi, tappeti e drapperie abbondanti.

Lo studio del vecchio artista era messo con un certo gusto; non vi erano oggetti di valore, ma le stoffe antiche un po' sbrandellate coprivano i muri, le porcellane di Venezia erano posate sui mobili tarlati; e sui divani erano gettati dei tappeti turchi molto vecchi.

Ed era precisamente plebea l'Annetta: gli scalini della modesta sua casa ove approdò la gondola ben lo accennavano. Non atrio, non peristilio con colonnato ma semplici scalinate al di dentro e al di fuori. Non tappeti sulle scale o ornamenti di ricchi vasi e d'esotici fiori.

Proseguendo a passare in rivista questo mondo di fantocci dove dovrò condurre i miei lettori? Sul Corso, dove pendono da ogni finestra tappeti rossi gallonati d'oro; dove mille belle donne sorridono dai balconi, gettando un nuvolo di fiori, che cadono a terra come quelli della pianta di pesco, quando il venticello di primavera agita i suoi rami.

Gli ebrei stavano alla porta del Castello, sopra un palco di legno ricoperto di ricchi tappeti e di broccati lavorati in oro, e dove ardevano otto grandi torcie in cera, ed ivi tenevano le tavole della Legge. Allorquando fu giunto il papa che cavalcava una chinea bianca, gli ebrei lo pregarono, secondo il solito, di confermare la legge.

Ti scrivo dalla più simpatica cameretta che possa abitare. Pareti di larice rosso, un gran lettone, per tappeti delle pelli di camoscio, nel catino un'acqua ghiacciata, e dalla finestretta qual vista!

Clelia Carsanti Clelia Bada: chiamo gente!... mi metto a gridare dalla finestra! Carsanti Clelia Carsanti Clelia Carsanti Clelia Me ne vado! Carsanti Giacomo Carsanti Giacomo Carsanti Clelia Lasciatemi! Lasciatemi! Lasciatemi! Giacomo Camera raccolta, modesta e pulita, senza tappeti, senza tappezzerie. Qualche poltrona di tela-pelle, altre suppellettili vecchie ma decenti.

L'Olderico salì la breve scala di marmo, ornata di grandi vasi. Sull'uscio, un cameriere gli fece strada. Traversarono una fila di stanze semi-buie, dove i passi si attutivano sui tappeti; la duchessa stava in un salottino ancora più scuro. Entrando, l'Olderico non l'aveva scorta; com'ella si scosse sulla poltrona, le si fece incontro. Signora duchessa....

Il pavimento di marmo era celato da soffici tappeti, ed in mezzo alla stanza sorgeva il basso letto di argento e di oro, su quattro piedi, simili a gigantesche zampe di leone; soffici materassi e magnifiche coltri di porpora ornavano il letto, sul quale egli aveva posato le pingui membra. Ho sognato! mormorò. Ho sognato! Gli dei immortali siano ringraziati.

Dunque, reo confesso? Oscar più, meno. Il Commissario Ci dica, ora, che cosa ha rubato. I danari contenuti nello scrigno? Oscar No! Il Commissario I ninnoli d’argento? Oscar No! Il Commissario Gli oggetti d’avorio? Oscar No! Il Commissario Il tamtam giapponese? Oscar No! Il Commissario I ventagli? le anfore? i tappeti? le seggiole? i muri? Oscar No! No! Il Commissario Oscar

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