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Aggiornato: 25 luglio 2025


Alla base agitavansi irosi e impotenti i nemici ch'ei sbaragliò tante volte, e di prospetto esultava bellissima e maestosa la Sicilia ch'ei liberò. Era l'apoteosi dell'eroe. Conferito il comando di ciascuna linea ad un suo aiutante di campo, ordinò a me di unirmi al marchese.

Suvvia, Roberta, disse, perchè continui a piangere?... Perchè hai paura di tutto, come una bambina? Bisogna essere meno deboli, più ragionevoli.... Non ti è mai venuto il dubbio d'essere ingiusta, con me? E tuttavia lo sei, lo sei troppo.... Io non ho fatto nulla di bene perchè conto poco sul tuo animo.... Ti ho dato solo dei consigli: ti ho pregato di condurre una vita più attiva, di non rimaner l'intero giorno nella tua camera, di non leggere fino a indebolirti; ti ho pregato di tante cose semplici, che pure ti avrebbero giovato.... Ma tu sorridi, quando parlo io; la mia buona volont

Verde seta, quanto mal fosti intrecciata con essi: mi promettesti speranza ma è giá morta ogni speranza per me. Voi m'avete ingannato; ma chi non areste ingannato se ci foste avolti da quella con tante belle maniere e tanti baci? Io calpesto cosí voi come ella ha sprezzata e calpestata la mia fede.

Torno col pensiero al povero cane! Povero amico! , caro testimonio di tante mie lagrime, di tanti miei dolori! Leggo le mie memorie: è il saluto che le scrissi! E piango! Come il cuore è gonfio! La scienza è vana. Ieri ho ascoltato una grande lezione di Antropologia: la genesi umana: la scimmia!

Eccomi in una grandissima lite tra il padre e l'amore: il padre mi cerca la riverenza, amor non ascolta ragioni, è giudice e parte, mi spaventa con le saette e col fuoco e con la morte. Padre mio, vorrei ubbidirvi, amor non lascia dispor di me: o anima mia, bilanciata da tanti mali e agitata da tante onde di tempeste, come determinerai questa lite?

A Niccolò Puccini io dedicava la Veronica Cybo in pegno di antica amicizia, ed ebbi sempre in pensiero intitolare al suo nome opera di maggiore momento, ch'Egli lo meritava pur troppo; ma mi mancò il tempo, e forse me ne sarebbe mancato anche lo ingegno. Di questo mio difetto mi consola ampiamente conoscere come Egli abbia saputo, troppo meglio che non saprebbero fare opere d'inchiostro, raccomandare la propria fama ai posteri, dando, se non unico, radissimo esempio del modo col quale hassi ad amare il Popolo di vero amore: avvegnadiochè di due cose abbisogni principalmente il Popolo, di esempii buoni, e d'insegnamento, che di parole ormai che cosa farsi non sa, tante ne furono sprecate, quasi tutte invano; talune poi, peggio che invano. Di questa verit

O miei buoni! il giovine esclamò: Che Dio vi protegga. Ma non mi parlate, non mi parlate così! e s'era fatto severo in viso So che il conforto di quelli che ci tengono in cuore val meglio della pubblica lode, la quale tante volte si vende e si compra a buon mercato: e il veder questa gioja sui vostri volti, e quelle lagrime di mia madre e di mia sorella, son per me un premio più grande della mia speranza. Ma se tutti v'ingannaste? Se fosse il bene che mi volete quello che vi fa vedere sulla mia fronte ciò che il Signore non vi ha messo, una luce ch'egli d

Ma a un tratto si fissò la mia attenzione Sovra d'un uom che fra tante persone Umil passava e dispregiato: un vecchio. La barba grigia avea lunga ed incolta, E come giunto a qualche passo estremo Stanchissimo pareva e quasi scemo, Qual chi non parla mai e rado ascolta.

L'agonia del vecchio si faceva sempre più dolorosa; e pareva che la morte non potesse vincere un uomo indurato a tante prove.

Questa, la quale non solamente i giovani, ma i vecchi fa se medesimi sovente dimenticare, loro con tante e tali lusinghe diletica, che, potendo all'appetito la vigorosa etá dell'adolescenza sodisfare, con ogni pensiero e con ardentissima affezione quello vituperevole diletto seguendo, tutti si mettono.

Parola Del Giorno

all'indoratore

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