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Aggiornato: 24 giugno 2025
ma di nostro paese e de la vita ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava <<Mantua...>>, e l'ombra, tutta in se' romita, surse ver' lui del loco ove pria stava, dicendo: <<O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!>>; e l'un l'altro abbracciava. Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!
Surse pronto il re musico; ed il lesto piè mosse in cerca de 'l beato giglio. E a l'antico giaciglio di Vigorina giunse trepidando. Vide lo stelo e vide anche l'anello; e lo stel ne 'l cerchietto pareva il dito fragile e mortale d'una ninfa cangiata in arboscello.
Allor surse a la vista scoperchiata un’ombra, lungo questa, infino al mento: credo che s’era in ginocchie levata. Dintorno mi guardò, come talento avesse di veder s’altri era meco; e poi che ’l sospecciar fu tutto spento, piangendo disse: «Se per questo cieco carcere vai per altezza d’ingegno, mio figlio ov’ è? e perché non è teco?».
Allor surse a la vista scoperchiata un'ombra, lungo questa, infino al mento: credo che s'era in ginocchie levata. Dintorno mi guardo`, come talento avesse di veder s'altri era meco; e poi che 'l sospecciar fu tutto spento, piangendo disse: <<Se per questo cieco carcere vai per altezza d'ingegno, mio figlio ov'e`? e perche' non e` teco?>>.
La quinta luce, ch'e` tra noi piu` bella, spira di tal amor, che tutto 'l mondo la` giu` ne gola di saper novella: entro v'e` l'alta mente u' si` profondo saver fu messo, che, se 'l vero e` vero a veder tanto non surse il secondo. Appresso vedi il lume di quel cero che giu` in carne piu` a dentro vide l'angelica natura e 'l ministero.
Ed, essendo salute di quella umile Italia, la qual giá fu capo del mondo, e dove questo vizio, piú che in alcuna altra parte, pare aver potenza, sarebbe salute di tutto il rimanente del mondo; e cosí, d'ogni parte discacciatala, la rimetterebbe in inferno, cioè in dimenticanza e in abusione, o vogliam dire in quella parte dove gli altri vizi son tutti, e donde ella primieramente surse intra' mortali.
E surse una terza voce: noi lasciammo le dolci sponde dell'Adriatico e ci recammo, come il Padre c'inspirava, a morire sulle terre dell'estrema Calabria, per insegnar loro che ogni uomo d'Italia è mallevadore per tutti, e che ogni zona del nostro terreno è zona della Patria comune.
Il giurò; e l'arcivescovo ribenedillo. Consigliato a perdonare i nimici, fe' liberare prigioni, non però que' d'alto affare; non mutò il testamento dettato a Port Fangos nell'ottantadue; ad alta voce si confessò a due frati; e poi a grande sforzo surse di letto, mal reggentesi e tremolante, vestissi, s'inginocchiò lagrimando e pregando dentro da sè, ed ebbe l'Eucaristia.
Alfin surse da terra, chè volavano l'ore. Avea l'occhio velato da un osceno languore, Ed additando l'oro mormorò al vecchio: "Senti: "Questi sono testoni tutti nuovi e lucenti... "Son dieci!... Sono pochi! Ma se tu mi concedi "La sua vita, oltre l'oro che scintillar qui vedi. "Io ti darò... me stessa!... E sono bella!... Guarda!..." E si slacciò le vesti.
ma di nostro paese e de la vita ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava <<Mantua...>>, e l'ombra, tutta in se' romita, surse ver' lui del loco ove pria stava, dicendo: <<O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!>>; e l'un l'altro abbracciava. Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!
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