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Aggiornato: 14 maggio 2025
Se fino a quest'ora io v'ho tacciuto quel ch'io era veramente, la ragione sta in questo, che attendevo di fatto a palesarmi a voi, quando la condizion mia fosse tale che non vi avesse mai a far raccapricciare di me.... Sappi ora che, tra breve, avrò deposta questa mia veste, e sarò io pure quel che sono tutti gli altri uomini, libero di me e dell'anima mia; io ho supplicata questa grazia, la quale era oltre il possibile, l'ho supplicata in ginocchio e con lagrime. Io abbandonerò per sempre quel posto al quale fui messo. Io ne era indegno, ne divenni indegno forse per voi; ma se a voi tutto ho posposto, abbiatemi qualche gratitudine dunque. L'amore nato in me la prima volta che vi ho veduto, sì mi trasportò che, fin d'allora non tenendo conto degli ostacoli, impegnai la mia fede, che voi sareste stata mia in ogni modo. Se la natura di questo amore si avesse a render con parole, e queste si dovesser poi scrivere, la penna dovrebbe intignersi nel mio sudore di sangue per darne la più pallida idea. Voi tremate e impallidite.... Ahi pur troppo, Elena, pur troppo fu una dura cosa per noi l'esserci incontrati allora che gl'infrangibili nodi ne avevan gi
Vengo da casa di mia nipote soggiunse il barone. Ah! fece Vergalli imporporandosi in viso. È molto deperita riprese Venosti Flavi. Sì... forse... balbettò il conte. E si ricordò che al primo momento era parsa tanto deperita anche a lui, si ricordò che l'aveva supplicata di chiamare un medico. Poi non aveva insistito, assorto com'era nelle proprie sofferenze, nel proprio dolore.
E anche quando giunse la sera che doveva essere l'ultima dei loro colloqui, anche allora Sandrino, dopo una giornataccia di angoscie, ebbe un primo istante di sollievo, insieme a un barlume di speranza. L'avrebbe riveduta; le avrebbe parlato; la avrebbe supplicata... Oh era sicuro di commuoverla colle sue lacrime, d'intenerirla e di vincere ancora!
E mentre la fanciulla, abbracciata, baciata, supplicata, s'irrigidiva nel suo "no, no" e scrollava il capo tristamente, melanconicamente, come se da quella domanda, da quell'offerta di matrimonio fosse stata strappata al suo sogno, a' suoi incanti, mentre il Casalbara continuava a pregarla, a scongiurarla, ad implorarla, la contessa Schönfeld, nell'altra stanza, faceva tremare i vetri coi passi pesanti e strapazzava la cameriera: Le diable m'emporte, caara da Dio, ma tu faresti perdere la pazienza anche a un santo!
Sì, dite bene; d'altronde non vel dissi? era rassegnata fin d'allora. Suo padre, il so, l'ha supplicata di essere ragionevole; avr
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