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Aggiornato: 2 luglio 2025


Da lunge il brontolìo del tuono prolungavasi cupo, mentre da tutti i villaggi della vallata giungeva il suono affrettato e insistente delle campane, col quale i contadini hanno la superstiziosa credenza di scongiurare il pericolo delle saette. Brutta sera! disse Loreta a un tratto come obbedendo macchinalmente alla sensazione ch'ella provava nello spingere l'occhio per la campagna sconvolta.

E, con che vivo senso di superstiziosa premura, il mattino appresso, appena, l'aurora cominciava a colorire di roseo i lembi del cielo all'orizzonte, io svegliai Fausta per condurla su l'alta terrazza della villa affinchè vi ricevesse la benedizione dei primi raggi del sole! Era incantata. Non aveva mai visto quel maraviglioso spettacolo che rallegra la terra tutte le mattine.

Per la parte più radicale, ma di remota realizzazione, poi è bene notare che l'on. Marchese di San Giuliano, ex sottosegretario di Stato nel Ministero Giolitti e pour cause mi limito tra i liberali e i conservatori a citare il solo rappresentante di Catania nel suo libro: Le condizioni presenti della Sicilia (p. 135) considera come superstiziosa la venerazione di cui viene circondata la propriet

Gli ultimi fiaschi glieli avevano bevuti gli uomini del marchese, tornando dal combattimento alla Marina, e se egli non si era ritirato ancora nel Borgo, ciò doveva attribuirsi ad amore del suo povero nido e ad una tal quale superstiziosa idea che la sua fuga dovesse tornare di mal augurio alla patria.

Quando fu sola, si tenne un istante immobile, ad occhi chiusi, con una mano sul petto come per raccogliersi, poi andò a sedere sopra una panca di legno, in un padiglione che dominava la casa. Pensava... Non mai quell'idea erasele presentata con tanta evidenza come ora; soleva anzi sorriderne come d'una fantasia superstiziosa, accoglierla come un amico strambo che non si sappia indursi a respingere. Gi

Avevo sentito parlare di un mezzo per accertarsi del sesso di una creatura in gestazione, e lo avevo giudicato superstiziosa sciocchezza. Ebbene, non seppi trattenermi dall'adoprarlo. Una mattina improvvisamente le dissi: Oh, Fausta!... Quelle mani! Me le mostrò, voltando le palme, stupita della mia esclamazione. L'abbracciai, commosso, credulo al pari di una femminuccia.

Anna ascoltò, senza piangere; e nella sua mente percossa, il racconto di quella morte, con quell’albero dei cinque bambini e con quelli uomini ammucchiati tutti sopra un tetto e con quei cadaveri di bestie che andavano a urtar contro, suscitò una specie di meraviglia superstiziosa simile a quella suscitatale un tempo da certe narrazioni del Vecchio Testamento. Ella salì con lentezza alla sua stanza, e cercò di raccogliersi. Il sole modesto splendeva su ’l davanzale; la testuggine in un angolo dormiva ricoverata sotto il suo scudo; un cinguettío di passeri veniva dalli émbrici. Tutte queste cose naturali, questa usuale tranquillit

Legato alla sua casa, al suo villaggio da un affetto tenace, sospettoso per natura, il contadino prova a staccarsi, sia pure per poco, dai luoghi ove nacque una ripugnanza grandissima, quasi superstiziosa: ed in quei tempi tal ripugnanza non poteva essere che maggiore. D'altronde per questo motivo istesso pochissimi erano andati molto in l

Tamburi e trombe rumoreggiano improvvisamente, incessantemente. Un fremito convulso invade ogni astante: l’umana giustizia è fatta! I Bianchi ginocchioni pregano pel trapassato; il cappellano ne benedice il cadavere, che, non più come per lo addietro, rimane fino a tarda sera, per una giornata, penzoloni, ma vien presto rimosso, e se i delitti non esigano altro, trasportato entro una cassa alla chiesa dei decollati, nel vicolo S. Antoninello lo Sicco, sepoltura ordinaria dei rei di Stato; intanto che la folla superstiziosa si precipita verso la forca, affamata d’un brincello della sozza fune, gi

Il giorno in cui Loreta Lambertenghi entrò per la prima volta nel palazzo dei Polverari, edificio bruno e melanconico, posto in una delle più quiete strade di Verona, e che un vecchio domestico, tutto curvo nella sua livrea, la guidò silenziosamente attraverso a una fila di sale spaziose, dalle pitture antiche, dagli arredi severi, dove i passi risonavano forte sul lucido terrazzo, sino alla stanza in cui la padrona di casa la stava attendendo, ella ebbe una inesplicabile sensazione di orgasmo come se, emanando da quelle pareti scure, da quelle pitture tetre, dall'aspetto desolato di tutta quella casa, una superstiziosa titubanza si fosse repentinamente impadronita di lei.

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