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Aggiornato: 25 giugno 2025
Trascrivo qui un ritornello siciliano dell'Etna: Sciuri d'aranciu; Tutti li beddi di ssu munnu munnu C'un capiddu di tia non ci li canciu. Oltre queste poesie minime meritano anche di essere ricordati i componimenti popolari di dieci versi della Maremma romana. In Toscana simili componimenti vengono chiamati «rispetti» ma hanno per lo più solo otto versi, e formano una strofa.
Alice non rispose; ma sedette con la faccia nascosta fra le mani, pensando se mai le cose tornassero una volta al loro corso naturale. "Vorrei che me lo spiegaste," domandò la Falsa-Testuggine. "Non sa spiegarlo," disse il Grifone: "Cominciate la seconda strofa." "A proposito di piedi," continuò la Falsa-Testuggine. "Come poteva egli rivoltarli, e col naso per giunta?"
E rincominciò a cullare il bimbo, cantando una certa Ninna-Nanna, e dandogli una violenta scossa alla fine d'ogni strofa: "Parla duro al tuo bambino, D
e ripeteva questi due versi intercalari, strofa per istrofa, fino all’ultima: Stu prudigiu di munnu Pri ’n eternu ’un tocca funnu; Liunardu lo sò nnomu; Resta sempri di grann’omu; Liunardu sulu ha statu Ca li nuvuli ha tuccatu; La sò forza a tantu arriva. Liunardu viva viva! Viva viva la sua virtù! Un omu di terra ’nta l’aria fu!
So bensì che in quella tenzone poetica, tra molte buone ragioni ed esempi per l'una parte e per l'altra, c'era una strofa che vi traduco così: «Tutti gli uomini di perfetto giudizio conoscono molto bene che il cuore ha signoria sopra gli occhi, e che gli occhi non servono punto nelle cose d'amore, se il cuore non acconsente; laddove, senza gli occhi, il cuore può francamente amare una cosa che giammai non abbia veduta, siccome avvenne al signore di Blaia.»
Chi ha la mala abitudine di scrivere la notte, conosce certo a prova il supplizio dei suoni. O versi o prosa, quando egli smette di lavorare e cerca il sonno, sente la cadenza ritmica della strofa o del periodo, risonargli stucchevolmente nel cervello. Larve di strofe e di periodi, metri e frasi, senza parole e senza pensieri, contorni armoniosi vuoti di sostanza armonica, che ingombrano la mente e li spossano più che non faccia la cosciente attivit
¹ Questa strofa di Giuseppe Giusti nella Apologia del Lotto ci dipinge la scena: «Se suonano a gogna, Ci vedi la piena; Ma in quella vergogna Si specchia e si frena? Nel braccio ti d
È una cosa da guardare quando s'è di malumore per rasserenarsi, o quando si vuol scrivere una strofa gentile per l'albo d'una signora, o quando s'aspetta una persona che si vuol ricevere col più piacevole dei nostri sorrisi. "Quando saranno finiti questi ricami?" domandai a una delle ragazze. "E quanto vale questo mantello?" "Cinco...." balbettò una.
Canzone menzognera! Chi m’ama?... Chi mi amò?... Dov’è la pace vera? È pace questa?... No. E un’altra strofa, l’ultima, io voglio ricordar. Mentiva pure! Uditela, uditela cantar: «Sarai fanciulla bella innamorata «d’un altro come te leggiadro fiore, «sbocciato nel giardin della tua fata «che fuga col suo fascino il dolore.» Le Fanciulle
Infatti, proprio nel componimento che inizia il volume, nella prima strofa, c'imbattiamo in questi versi: Ma gi
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