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Aggiornato: 15 giugno 2025


Quanto agli storici mi pare che i romani tutti insieme abbiano superati i greci. Niuna semplicitá, non quella stessa di Tucidide, è superiore a quella di Cesare; e Cesare è superiore a Senofonte nel parlar di , nel dettare storie personali, memorie militari.

Da ogni parte si vedevano truppe che non disdicevano su questo antico teatro di guerra; nel vederle il mio pensiero correva sempre più a ricordare gli eventi storici di queste stupende contrade, poichè qui appunto ha principio il territorio storico dell'Italia meridionale.

I due grandi storici del secolo s'incontrano l'ultima volta per dissentire come quasi sempre. Il confronto dei loro ingegni e delle loro opere è così facile che nessuno ha potuto evitarlo e nullameno fino a ieri nessuno ha saputo ben precisare le loro vere nature. Macchiavelli parve grande e diventò popolare per la profondit

Taccion del rimanente le pratiche con l'imperator di Costantinopoli e coi baroni siciliani, da altri storici meno autorevoli composte come in azione drammatica. Giovanni di Procida, al dir di costoro, esule volontario per la supposta ingiuria atroce, n'è protagonista; rassomiglian ombre gli altri personaggi, che la istoria figura ben altrimenti: Pier d'Aragona, Michele Paleologo, Niccolò III, Alaimo da Lentini, e più altri nobili uomini di Sicilia. Non pensan, non osan essi senza Procida: al sol vederlo ogni fiata rompono in lagrime come fanciulli; ei solo, sospinto da amor di patria e desio di vendetta, va, torna, muta sembianti, ignoto ha credenza da' grandi; ei solo disegna, comincia, e fornisce l'impresa. Ignorando che Giovanni fosse esule dal sessantotto o sessantanove, come il mostrano i diplomi, e fatto uom di re Pietro, favoleggian costoro che venutogli in mente il disegno di tor la Sicilia a re Carlo, da solo cominciava a trattarlo con principi di fuori, e congiurati in casa. A Costantinopoli si portò l'anno settantanove, com'uscito che cercasse in quella corte asilo e stipendio; spacciandosi medico, ed uom di stato, delle cose di Sicilia espertissimo. Trovò piana la via appo il greco imperadore, che quegli in segreto luogo sopra una torre venne ad abboccamento con esso: e quivi Procida il tentò con favellar degli armamenti di Carlo a' danni suoi; a lui perduto d'animo e piangente fe' balenare innanzi agli occhi una speranza. Onde Michele, che l'imperio vedea sossopra, e Carlo intento e minaccioso a mala pena trattenuto da papa Niccolò, avidamente abbracciava il partito di turbargli i reami; e profferia centomila once d'oro: fermata l'impresa, le porgerebbe. Si infinse allor Procida scacciato dalla bizantina corte. Vestiti i panni di frate minore, furtivo in Sicilia entrò, che per esser più oppressa, o più disposta per le citt

Romani si furono i primi prosatori e storici, Fabio Pittore e Catone il vecchio, di poco posteriori a' primi poeti.

L’ariano Filostorgio, che non ci è pervenuto che in frammenti rimaneggiati, e Teodoreto, negli scritti dei quali la storia è soffocata dalla leggenda, non sono, per gli storici di Giuliano, di nessuna utilit

Noi fortunati se avessimo saputo colorire in parte la breve ma mirabile descrizione che ne lasciava Dino Compagni, e l’anonimo autore delle Storie pistolesi, che furono pure i principali fonti storici del nostro racconto!

I ritratti e gli originali Politica d'andata e ritorno. Il teatro. Ricordi storici.

La storia ha il dovere di riconoscere queste incursioni, senza dubbio avventurose, quali precedenti storici di un uomo che divenne imperatore dei francesi non molto tempo dopo. Pertanto, nessuno deve esser considerato felice, prima della sua fine.

Se non che, si era frattanto venuta a formare nel popolo francese una generale disposizione di animo, profonda, piena di conseguenze, che noi tedeschi non consideravamo abbastanza nella sua schiettezza. Quella medesima venefica passione dell'invidia, che noi così spesso abbiamo rilevata nell'odio di classe della più antica storia francese e nel fanatismo di eguaglianza della nuova, esercitava anche adesso e sempre la sua azione nella politica estera dei francesi. Questo popolo aveva sempre il bisogno di odiare comunque un altro popolo dal profondo del cuore; e, se vogliamo prestar fede agli storici francesi, una nazione che si consacra a cotesta passione soave, è torturata perennemente dal rovello di un'ambizione sterminata. L'odio antico contro l'Inghilterra, che il secondo impero aveva smorzato, si rovesciò ora con selvaggia impetuosit

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