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Aggiornato: 25 giugno 2025
Solamente.... una gran lassitudine.... E poi.... Ecco, mi riprendono le nausee di poco fa, ma.... più forti. Mia madre ed io scambiammo una lunga occhiata di tenerezza, di gioia repressa. Stesi le mani ad accarezzare delicatamente il viso di Fausta, ritenendomi dallo stringerla al petto, come avrei voluto fare in uno slancio di gratitudine immensa, per paura di nuocerle in quello stato.
Poi tuffava le mani nelle sue grandi tasche e ne tirava fuori, per la terza volta, un dispaccio, cui leggeva facendo dei musoni singolari, sclamando con dispetto: Sì, sì, vi ci vorrei ben vedere, voi signor conte di Nesselrode! Gli è facile dar degli ordini, i piedi stesi sugli alari del camino...
Venivano a cercare il miracolo da ogni lontananza della terra cristiana; camminavano in lunghi reggimenti, con abiti scuri, con facce devote, a passi lenti, seguendo le insegne dell’Ordine al quale appartenevano. I malati erano stesi nelle barelle, seduti nelle portantine, che a forza d’omeri sorreggevano i penitenti lettighieri; ogni gruppo li custodiva con gelosia, come preziose reliquie, nel compatto nucleo del pellegrinaggio. Queste fanatiche schiere di credenti avevan con sè talvolta il loro Vescovo, talvolta un umile parroco; poi tutto uno stuolo di preti minori, dame della Misericordia, medici, suore di carit
1.º Luglio. Si sale sempre percorrendo i pascoli stesi su una striscia di piano inclinato che forma quasi gradino fra due pareti verticali di roccia. Sono sparse masse di piante simili ad yuka, dalla foglia più larga e grigiastra. Il tempo è un po' migliore, chè il vento ritiene di quando in quando la pioggia e siamo invece accompagnati da un freddo intenso. Giunti a 3950 metri ci si presenta una precipitosa discesa che è forza percorrere a piedi: bisogna alle volte lasciarsi sdrucciolare su nuda roccia bagnata, dove è miracolo che le mule possano reggersi. Raggiunto il fondo della valle seguiamo il torrente impetuoso che replicatamente attraversiamo. La vegetazione è foltissima e rivediamo, man mano si va scendendo, tutte le variet
Ero ancora lontano un quattro miglia da Sulzena e avrei detto di arrivarci in un salto. Giravo la gola di Fontanile e vedevo il villaggio rimpetto, un po' sotto a me, indorato dai raggi del sole che cadeva. Distinguevo i più minuti particolari, le siepi, le finestre, coi pannilini stesi, le pietre, le spire del fumo che usciva dai bassi comignoli.
Pensai a Saint-Preux nella stanza di Giulia. Sopra una sedia nell'alcova erano alcuni oggetti di vestiario; alzai la cortina, stesi la mano per rinnovare le follìe dell'amante della Nouvelle Héloïse. Ma in mezzo alle tempeste della mia vita, in cui non mancano avventure, serbai sempre in me qualche cosa di ingenuo, una specie di culto sentimentale dinanzi al pudore d'una donna.
Lorenzo fu addirittura buttato da una parte, e allora Lalla, la Nena, la Giulia e la Luigia, delicatamente, levando uno dopo l'altro i larghi fogli di carta bianca che erano stesi sull'abito, lo scoprirono nel suo intatto splendore.
Ohimè i sentimenti che allora provavo così intensi, stesi sulla carta si mutano in vecchio e gelido convenzionalismo! Gli è che in molte cose si sente tutti ad un modo. Il cattivo tempo mi aveva costretto ad interrompere i miei studi dal vero.
Ci avvicinammo alle tre belve sbuffanti, per palparne amorosamente i torridi petti. Io mi stesi sulla mia macchina come un cadavere nella bara, ma subito risuscitai sotto il volante, lama di ghigliottina che minacciava il mio stomaco.
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