Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 7 giugno 2025


Andiamo, andiamo, disse la mamma come indovinando in lei questi pensieri. Sei tu adesso che stai male. No. Se ti vedessi nella faccia! sei verde. Toh! proruppe toccandole il gomito per mostrarle un'altra signora, che veniva loro incontro.

E stai così inerte a guardare le figurine della Vie Parisienne e lasci che il tuo, il nostro nome sia schernito da tutti, e lasci che a Roma si veda la banda armata dei lavoranti, che viene a chiederti il pane: il pane, capisci, di cui ha bisogno per saziare la fame? disse la duchessa. Ma che cosa devo fare? -Non c'è nulla in cassa? domandò donna Teresa al figlio.

Vero e` che piu` e meno eran contratti secondo ch'avien piu` e meno a dosso; e qual piu` pazienza avea ne li atti, piangendo parea dicer: 'Piu` non posso'. Purgatorio: Canto XI <<O Padre nostro, che ne' cieli stai, non circunscritto, ma per piu` amore ch'ai primi effetti di la` su` tu hai, laudato sia 'l tuo nome e 'l tuo valore da ogni creatura, com'e` degno di render grazie al tuo dolce vapore.

Che demenza era quella? Anelavo, su per le scale quasi buie. Entrai nella stanza a precipizio. Che è accaduto? mi domandò Giuliana, sollevandosi. Nulla, nulla... Credevo che tu avessi chiamato. Ho corso, un poco. Tu come stai ora? Ho tanto freddo, Tullio; tanto freddo. Sentimi le mani. Ella mi tese le mani. Erano di gelo. Sono tutta gelata così....

Infatti quella bimba lavorava con una grazia che faceva venir voglia di baciarla. Mario si annoiava quando le ragazze lavoravano, e andava a tirar loro le trecce e non le lasciava un momento in pace. Bada che domani non ti conduco alla fiera, disse Maria, se non stai tranquillo. M'annoio, disse Mario. Fa qualche cosa. La vostra caricatura, allora. Quello che vuoi, basta che ci lasci quiete.

vita beata che ti stai nascosta dentro a la tua letizia, fammi nota la cagion che presso mi t’ha posta; e perché si tace in questa rota la dolce sinfonia di paradiso, che giù per l’altre suona divota». «Tu hai l’udir mortal come il viso», rispuose a me; «onde qui non si canta per quel che Bëatrice non ha riso.

Cercai di mia madre, prima d'entrare nelle stanze di Giuliana. Ti sei levato tardi ella disse, vedendomi. Come stai! Bene. Sei pallido. Credo d'aver avuto un po' di febbre, stanotte, ma ora sto bene. Hai veduta Giuliana? Non ancora. Ha voluto levarsi, quella benedetta figliuola! Dice che non si sente più nulla; ma ha un viso.... Vado da lei. E bisogna che tu non trascuri di scrivere al dottore.

Tu che sussulti a un batter d’ali, ed hai il nodo del silenzio sulle labbra color di cenere!... Perchè taci, e tremando te ne stai rinchiusa in una torre di tristezza?... E pure sei così giovine ancora, così soave è ancor la tua bellezza!...

Per l'uso cui la destinavi.... Quale uso? Ora ne viene un'altra. Quale uso? Volevo mostrare la mia gratitudine a chi si è dato la briga d'insegnarmi l'arte. Ho incorniciato, del mio, un mio ritratto. Vedi che te lo dico, tanto è innocente. Era un mio ritratto. Tu non lo sapevi nemmeno. Si capiva. Ne capisci tu delle cose! Molte, più che non credi. Ma . È da un pezzo che mi stai sulle piste.

L'incendio è passato tanto oltre che mi pasco del suo disamare: di' liberamente. LECCARDO. Vedi questi segni e le lividure? DON FLAMINIO. Tu stai malconcio: chi fu quel crudelaccio? LECCARDO. La tua Carizia me l'ha fatte. DON FLAMINIO. Mia? perché dici «mia», se non vuoi dir «nemica»? Ma pur com'è passato il fatto?

Parola Del Giorno

trascini

Altri Alla Ricerca