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Aggiornato: 11 luglio 2025
Capisco, sì, capisco che hanno la gioventù nel sangue; ed anche, aiutando il caldo della stagione, sono montati in furore. Ma non lo facciano più; è insalubre.
Ma tutt'intorno c'è una cornice assai più grande, e assai più elastica.... E' la giornata solare. Poi, più ampia, la mutevole stagione, fragile, infinitamente allungabile.... guardate! La mia tenace volont
Uno scopo, tra i molti altri dell'autore della Marfisa, accademico granellesco sotto il nome del «Solitario», fu di prendere di mira i cattivi scrittori che in quella stagione in Venezia sviavano le menti dalla coltura, e particolarmente il Goldoni ed il Chiari, scrittori di commedie, di romanzi, di prose e di poetiche composizioni in ogni genere e metro infelicissime.
Il mio male è d’una stagione che non conosci. Giana. Tu stessa non sai quel che intendi né quel che vuoi. Mortella. Voglio andarmene. Giana. Che pazzia! Mortella. Non resto qui. Giana. Ma almeno aspetta. Vediamo. Mortella. Vedere, vedere, è proprio quel che non voglio. Giana. Ma perché? Mortella.
Immaginate l'allegrezza di Spinello; io rinunzio a descriverla. Mastro Jacopo ripigliò: Per far bene, è dunque mestieri d'essere innamorati? Ahimè, ragazzo mio, a questo patto io non farò più nulla di buono, poichè la stagione degli amori è passata.
Mal di stagione, e non valeva neanche la pena di parlarne. Non istò forse bene, ora? soggiunse, volgendosi a suo marito, che aveva fatto un gesto di stizza. Che stagione mi andate voi stagionando? gridò il generale. Ma sì, dite bene, ripigliò, mutando proposito, è la stagione.... ecclesiastica; è la vostra quaresima, che il diavolo se la porti. Capirete, Maurizio; tutti i giorni in chiesa!
¶ Essendo occupato nell'animo da' sopradetti vizii alcuna cagione di speranza, l'ora del tempo gli dava e la dolce stagione e della fiera la gaetta pelle, immaginando che la chiarezza del felice lume gli avea incominciato a raggiare nella mente nel principio del dì sì come in principio di luce e fine d'oscurit
Tutti ricordano il principio commovente dell'Ode pariniana: Quando Orïon dal cielo Declinando imperversa, E pioggia e nevi e gelo Sopra la terra ottenebrata versa, Me, spinto nella iniqua Stagione, infermo il piede, Tra il fango e tra l'obliqua Furia de' carri la citt
Le due giovani passavano lunghe ore insieme. Nella stagione cattiva, durante i mesi invernali, che pareano ancor più lenti nel vecchio palazzo, Bianca non usciva quasi mai dalle sue camere. La vita della contessina scorreva col
Almeno tu ed io avremo una bella ragione di vivere, tu specialmente. Io specialmente, dici bene! risposi con espressione di grande tristezza. In quel momento mi parve che lo stuolo di tutti i miei sogni mi passasse davanti agli occhi, fuggendo via come uno stormo di uccelli migratori, in cerca di miglior stagione e di suolo più clemente.
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