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Aggiornato: 7 giugno 2025


«Lasciai l'Italia e corsi la Svizzera. Mi seguiva dovunque la maledizione degli uomini e m'era compagna la miseria. Quante volte stanco e spossato ne' miei viaggi senza scopo su quelle infinite multiformi montagne ho battuto alla porta del montanaro chiedendo in elemosina un tozzo di pane ed un giaciglio per la notte.

Volle richiamare la mente sopra coteste vicende, ma non gli successe: anche il cervello gli doleva informicolito, e davanti agli occhi gli andava in giro un diluvio di faville. Spossato dalla fatica, attrito dal digiuno e dal dolore, il Conte brancolando... a tentoni cercò il letto di foglie, e lo rinvenne.

Così dicendo, come spossato da quel convulso anfanamento, si gettò a sedere prendendo la mano di sua madre a farsela seder vicina, e appoggiandosi a lei e abbracciandola, per effetto dell'immaginazione infervorata dall'amore, gli pareva, sotto a quell'abbraccio di sentire e toccare anche la soave figura della Ginevra.

Il vecchio portò la mano alla fronte come un devoto che accenni al segno della croce; ma il gesto non fu compiuto, e la mano ricadde dalla fronte con disperato abbandono. Buon uomo! disse l'Ascolana, voi sembrate spossato se volete salire nella vettura, noi vi condurremo a Civitacastellana...

Alfredo voleva seguirlo: ma un gelo lo sorprese in mezzo al cuore, le membra ricusavano prestarsi al più piccolo movimento; invano tentò chiamare aiuto, poichè il labbro era incapace di proferire un accento. Era la mano di Dio che lo voleva liberare dall'abisso; egli cadde spossato a piè della scala che metteva all'appartamento superiore.

O mio gentile, o mio santo, o mio mesto ideale della donna! Il parossismo è passato. Sono spossato! 1.° aprile. La mia giornata incomincia colla noia. Io non posso più stare in questo odiato bugigattolo del mio studio, dove mi perseguitano tutte le memorie più tristi.... Si je vous ai fait du mal.... Senza dubbio, mi hai fatto un grandissimo male.

Bambina se ne fuggì nella sua camera e vi si chiuse a chiave. Ella pianse e pregò tutta la notte, mentre che suo fratello, spossato dalla sua tensione di spirito violenta, continua e diversa, cadeva sopra il canapè come un ebbro fradicio e vi si addormiva. Ei passò la notte così.

Le migliaja dei vostri fratelli in armi, le forze dei vostri padroni titubanti e smembrate, uno straniero spossato dalla disfatta, l'altro dalla vittoria e impotente a mutar di campo e di bandiera ad un tratto, e i consigli dell'Europa divisi, e le Nazioni deste al vostro destarsi, non vi dicono che il momento è venuto?

Mi risvegliai spossato. Il cubicolo era così tetro e angusto che mi ricordai delle camerucce dei famosi forni di Monza, ove i Visconti avevano scontato i loro mesi di prigionia. Per muovermi, non avevo che uno spazio di un metro e sessanta di lunghezza e un metro circa di larghezza.

Chi gli parlava a quel modo era don Marco, che di maraviglia in maraviglia, cominciava a provare per lui un po' di venerazione.... E Giuliano si lasciava menare non badando dove; ma quando fu nel vicolo del prete, come fumea di bevande acri e stupefacenti, sentì levarsi le immagini delle cose vedute di fresco, mescolate alle memorie rinascenti alla vista di quella casa. Entrando da don Marco s'abbandonò spossato sul vecchio divano; e il prete si diede attorno per ammanirgli un po' di cena, con pane ed uva, che s'era procacciato a fatica. Ma quando ebbe apparecchiato e chiamò l'ospite, per offrirgli quella grazia di Dio, e farsi raccontar meglio le cose avvenute al convento; lo trovò addormentato di sonno così profondo, che manco una cannonata l'avrebbe svegliato. Egli allora s'ingegnò ad assettare i cuscini del divano, in guisa che non dormisse a disagio; poi fatto coll'indice un cenno, come per fare star zitto qualcuno, tolse di l

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