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Aggiornato: 5 giugno 2025


Per l'inaugurazione d'un Circolo Universitario. A voi, studenti, e agl'invitati illustri che sono tra voi, domando perdono se non fui abbastanza modesto da rifiutare l'onore immeritato che mi faceste, chiamandomi a inaugurare il vostro Circolo con un breve discorso. Ma v'era nel vostro invito un significato che accarezzava irresistibilmente quel particolare amor proprio, sospettoso d'altri e di , che viene coi capelli grigi; il vostro invito voleva dire che, nonostante la disparit

Non volle dirlo ad ogni costo.... Era tutto avviluppato in un grande mantello.... avea la barba incolta.... una strana capigliatura.... il volto emaciato dalle sofferenze.... Desidera V. E. proseguì il servitore, che dirigeva tutti gli altri servitori della casa, io le dica ciò che ho pensato, riflettendo alla fisonomia di quell'uomo, alla premura ch'egli ha mostrato d'allontanarsi, al modo sospettoso onde si guardava attorno anche nella via?

Cuoceva assai più del suo pollo, l'ostiere. Natura l'avea fatto curioso; amore della sua terra lo facea sospettoso per giunta. E qui cade in acconcio un cenno storico, il più breve che per me si potr

Giorgio era seccato, pareva sospettoso. Appena Lalla si metteva a discorrere col Vharè, egli diventava serio, stava attento, e subito, e non sempre con abbastanza disinvoltura, correva a mettersi in mezzo fra di loro. Lalla scorgendo quelle ansiet

Sotto il regno di Costanzo era governatore d’Alessandria un suo fidato consigliere, Artemio, e vescovo l’ariano Giorgio. L’uno e l’altro, per le loro delazioni al sospettoso imperatore e per la tirannia crudele del loro governo, erano odiati dal popolo di una citt

Lo stupore di quei cento illustri personaggi, tra i quali trovavasi il Morone, fu straordinario, come era straordinaria la notizia, ed a nessuno non parea vero come quel sospettoso e tetro uomo del Baglione avesse potuto indursi ad entrare in Roma, mentre doveva pur vivere in grandissima paura di medesimo.

FILACE. Vado. MANGONE. Filace è un gran custode, molto astuto e sospettoso, e teme insin delle mosche. Poi, gabbar me? son un tristo e son ruffiano bastavi questo, e son il maggior ruffiano di tutto il ruffianesmo. FILACE. Mangone, la camera è aperta e dentro non v'è alcuno. MANGONE. Oimè, che m'hai ucciso! FILACE. Come ucciso? MANGONE. Parli pietre, me n'hai dato una in testa che m'ave ucciso.

E l'uno calava il cappuccetto sulla testa tonsurata e nascondeva la pergamena sotto la tonaca, e l'altro storceva una mano all'indietro ad assicurarsi che la tromba non percuotesse coll'elsa della spada o col pugnale: e quegli guardava sospettoso le pieghe del drappo ventilante dallo strumento del compagno, come se da quelle dovesse uscirgli il malanno: e questi imprecava il calzolaio che aveva fatto pel chierico scarpe così disacconce per suolo sospettato.

La signora Bardelli la seguì con uno sguardo sospettoso e malevole. Che civetta! Oh Dio obbiettò l'orefice. Non vedo... Civetta sopraffina ribadì la madre. E come si dipinge gli occhi! Non mi pare... Tu non te ne intendi, caro mio... E bazzica molto in questa bottega, la signora.... Grandi affari, ha... Desidera ch'io le stimi degli oggetti d'oro...

Noi creiamo dei tipi! dice lei. Peggio per loro. Il tipo è cosa astratta: è l'usuraio, ma non è Shylock; è il sospettoso, ma non è Otello; è l'esitante, il chimerizzante, ma non è Amleto, e via via. Potrei facilmente moltiplicare gli esempi; ragionando con lei, basta un semplice accenno.

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