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La povera figliuola tollerava ogni cosa con pazienza, e non aveva cuore di rammaricarsene con suo padre, il quale l'avrebbe sgridata, perchè era un uomo che si faceva menare per il naso in tutto e per tutto dalla moglie. Ma la seconda delle sorelle, che non era così sboccata come la maggiore, la chiamava Cenerentola.

Da quando in qua, in fatti, una signorina per bene, che vive a la spiaggia sola con le persone di servizio, consente che un giovanotto l'accompagni nelle passeggiate e peggio nelle passeggiate serali?... Turbata e eccitata da questi pensieri, Lucia prese a braccetto Olga, l'ultima delle sorelle Marri e s'incamminò con essa.

Quando imbruniva, profittavano del breve momento in cui non era tanto buio da accendere il lume, per cenare con pane e noci, o pane e frutta fresca, a seconda della stagione. Poi accendevano una lampadetta ad olio, e tornavano a lavorare fino alle nove. Dacchè erano venute ad abitare di contro, la sera la passavano spessissimo da noi. Ma sempre lavorando. In casa loro, il balcone aperto era l'unico distintivo dell'estate; il caldanino ai piedi era l'unico distintivo dell'inverno. Il fuoco non era mai acceso nel camino fuorchè quando s'aveva a preparare il pranzo. Stufe non ce n'erano. I caldanini erano fatti colla carbonella e duravano tutto il giorno; e dovevano prepararli in quelle ore mattutine che non mi riescì mai di sorprendere, quando nessuno, tranne le due zitellone, era fuori dal letto. Da venti, da trenta, da quarant'anni facevano sempre quella vita, tutti i giorni eguale, meschina, arida, senza un bene, strascicando una salute sciupata in una sequela di privazioni. All'estate l'aria era cattiva. Tutti s'andava in campagna; Novara rimaneva deserta. Le due sorelle s'affacciavano al balcone per vederci salire in carrozza, colle valigie, la mattina della partenza; ci salutavano colla mano, e prima che la carrozza avesse voltata la cantonata, erano ancora sedute ai loro posti, coi loro lavori. Passavano per noi tre mesi di gite, di vendemmie, di merende, di balli campestri, di recite di beneficenza, di spassi d'ogni maniera; ed alla fine di novembre, arrivando in citt

Questo dell'Ore che fuggir il grido tra il doloroso e il lieto, a cui tra il lieto risposi e il doloroso: O mie fedeli, o del mio viver sacre e benedette sorelle, il ricordar dite che giova? voi ben sapete come voli il tempo e in picciol spazio irrigidisca il labbro delle parlanti cose. In aria un segno di voi, di me non rester

Il vocione di Merelli tuonò, attraverso i cucchiai rumoreggianti: Per un pranzo di nozze avresti potuto dire qualcos'altro. Oh! fece il dottorone col naso nella scodella non incominciamo troppo presto. Le due sorelle incipriate abbozzarono un mezzo sorriso, indecise tra il fare la furba e il fare la ingenua.

ecco a le rive tue novo splendore che l'aer d'ogni intorno rasserena: di colei, che cantando in dolce vena a le nove sorelle aggiunge onore. Onde il vecchio Arno ormai d'invidia pieno lascia l'usato corso e a te rivolto, quivi perde le chiare e lucid'onde; godi, or che vedi entro il tuo ricco seno la imagin bella del leggiadro volto: e Tullia odi sonar ambe le sponde. Dello stesso

Ho il benefizio; ho il dovere di conservare quella rendita al babbo che è vecchio, alle sorelle che non hanno dote... Eccola la mia vocazione! Debbo sagrificarmi per gli altri; sagrificarmi tutta la vita. Eri pur contento del tuo stato, prima.... insistè Vicenzino. Prima ero un ragazzo. Non pensavo neppure d'aver una patria. Credevo che le guerre si facessero solamente nei libri di Storia.

Mentre stava raccontando alla Comare tutti i particolari della festa, le due sorelle bussarono alla porta: Cenerentola andò loro ad aprire. Quanto siete state a tornare! disse ella stropicciandosi gli occhi e stirandosi come se si fosse svegliata in quel momento. E , che ella non aveva avuto davvero una gran voglia di dormire, dacchè s'erano lasciate.

Dalla statura, dal portamento della persona e dalla corvina capigliatura, esse parevan sorelle; gli occhi e l'impronta degli anni era difficile discernere da lungi sotto il velo sottile. Ma da vicino, anche attraverso le maglie del mussolino, chi avrebbe potuto sostener la scintilla che sfavillava dagli occhi nerissimi delle due giovani trionfatrici? Chi eran desse? Lo sapremo presto.

Ad uno, ad uno, siccome i rami di una vecchia quercia, sparivano i più cari amici di Alfredo. Presto anche le sue sorelle, andranno a Catania, spose a due ricchi industriali, gente onesta e di felicit